Il Tribunale di Milano – Sezione autonoma misure di prevenzione- ha disposto l’amministrazione giudiziaria nei confronti di “Manufactures Dior”, società della maison dell’alta moda, ritenuta incapace di prevenire e arginare fenomeni di sfruttamento lavorativo nell’ambito del ciclo produttivo, nell’ambito di un’inchiesta che riguarda lo sfruttamento del lavoro, in particolare l’uso e lo sfruttamento di manodopera irregolare.
L’indagine per presunto caporalato è stata coordinata dal Pm Paolo Storari e condotta dai Carabinieri di Milano ed è simile a ad altre già istruite nelle quali si contesta la mancata applicazione di “misure idonee alla verifica delle reali condizioni lavorative, ovvero delle capacità tecniche delle aziende appaltatrici”.
Su richiesta della Procura, i Carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro di Milano avrebbero accertato che “la casa di moda affidi, attraverso una società in house nata ad hoc per la creazione, produzione e vendita delle collezioni di moda e accessori (mediante un contratto di fornitura), l’intera produzione di parte della collezione di borse e accessori 2024 a società terze, con completa esternalizzazione dei processi produttivi”. L’azienda fornitrice disporrebbe però “solo nominalmente di adeguata capacità produttiva” e avrebbe a sua volta affidato le commesse a “opifici cinesi, i quali riescono ad abbattere i costi ricorrendo all’impiego di manodopera irregolare e clandestina in condizioni di sfruttamento”.