Non sarebbe frutto di contaminazione recente il dna di ‘Ignoto 3’ individuato sul tampone prelevato 18 anni fa a Chiara Poggi. Denise Albani, la perita incaricata dal gip di Pavia Daniela Garlaschelli di compiere gli accertamenti irripetibili nelle nuove indagini sul delitto di Garlasco, ha escluso che il profilo isolato su una garza usata all’epoca del delitto per prelevare materiale biologico dalla cavità orale della vittima sia stato ‘inquinato’ da parte di coloro che nelle scorse settimane hanno maneggiato il reperto.
La genetista della giudice, secondo quanto riferito, ha confrontato quel Dna maschile con quello di chi nei giorni scorsi è entrato nel laboratorio per assistere alle analisi. Si tratterebbe dei collaboratori della stessa Albani, di Luciano Garofano, l’ex comandante dei Ris oggi consulente della difesa di Andrea Sempio, indagato nell’indagine dei pm pavesi, e di Marzio Capra, esperto della famiglia Poggi. Per escluderli a scopo preventivo da eventuali ‘inquinamenti’, è stato prelevato loro un tampone. Non così per gli altri consulenti, come quelli dei legali di Alberto Stasi – fidanzato con la vittima all’epoca del delitto e condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione – che sono rimasti ad assistere all’esame genetico da dietro una vetrata. Il prossimo passo del perito, non appena rientrerà dalle ferie fissate mesi fa, sarà quello di procedere con la comparazione del profilo isolato sulla garza con il dna di chi all’epoca del delitto entrò in contatto per vari motivi con il corpo della 26enne uccisa nella sua abitazione la mattina del 13 agosto 2007.
Da chi per esempio scattò le foto in sala autoptica agli eventuali altri assistenti del medico legale Marco Ballardini, in quanto dell’infermiere che preparò il corpo la perita ha già individuato il Dna su quella garza, che non era sterile e che potrebbe essere stata “contaminata” accidentalmente. Non ci sono invece dati ufficiali di come la Procura di Pavia, con i carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano, stia procedendo in merito alla raccolta del Dna e all’eventuale confronto nella convinzione che la traccia di ‘Ignoto 3’ sia quella di un complice dell’assassino che, secondo l’ipotesi dell’accusa, è appunto Andrea Sempio. La gip Garlaschelli, intanto, ha fissato per mercoledì 23 luglio a Pavia un’altra udienza dell’incidente probatorio. Servirà a conferire l’incarico al perito dattiloscopista Domenico Marchigiani per individuare, e comparare, ulteriori impronte, se verranno trovate, sui reperti della spazzatura di 18 anni fa, come confezioni di tè, cereali e yogurt. Le nuove analisi riguarderanno anche i fogli di acetato che contengono tracce papillari repertate all’epoca.