“Nessuno di noi ha mai approfittato di qualcuno o qualcosa. Ho studiato giurisprudenza proprio per questo processo e sono praticante avvocato. Credo nella giustizia e vorrei continuare a crederci”.
Con queste parole Ciro Grillo ha affermato la propria innocenza per la prima volta in aula poco prima dell’inizio della requisitoria del Procuratore capo di Tempio Pausania
Il giovane, figlio dell’ex comico e fondatore del M5S, Beppe Grillo, è coinvolto nel processo per stupro di gruppo nei confronti di una ragazza italo norvegese avvenuto nella notte il 16 e 17 luglio 2019, nella villetta del Pevero in uso alla famiglia Grillo in Costa Smeralda.
A compiere la violenza, secondo l’accusa, anche Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, tutti amici genovesi del ragazzo.
l Tribunale di Tempio Pausania dove si sta svolgendo il processo a porte chiuse per violenza sessuale di gruppo che vede imputati Ciro Grillo (ansa)
Nel febbraio 2024, la difesa degli imputati aveva chiesto e ottenuto che venisse mostrato in aula uno spezzone di un video girato nella notte in cui è avvenuta la presunta violenza sessuale.
Una visione necessaria utile a confutare, secondo l’avvocato Vaccaro, alcune dichiarazioni della giovane in cui affermava di essere incapace di reagire: “Ho visto tutto nero, il mio corpo non mi rispondeva, ho avuto un mancamento e sono svenuta”, le parole riferite da ‘Silvia’, nome di fantasia attribuito alla vittima. La difesa insiste da sempre, infatti, sulla tesi della consensualità dei rapporti sessuali.

l Tribunale di Tempio Pausania dove si sta svolgendo il processo a porte chiuse per violenza sessuale di gruppo che vede imputati Ciro Grillo (ansa)
Il dibattimento è iniziato il 26 novembre 2021 a porte chiuse: per 6 udienze la ragazza di origine norvegese ha risposto a circa 1.400 domande, dopo le duemila che le erano state poste durante le indagini, scattate dopo la sua denuncia, presentata ai carabinieri di Milano al suo rientro dalla Sardegna.
Nel marzo del 2024 è stato ascoltato il padre della studentessa italo-norvegese, anche lei parte lesa per alcune fotografie a sfondo sessuale che tre dei quattro imputati avevano scattato mentre la giovane dormiva sul divano nella villetta della famiglia Grillo a Porto Cervo, dove sarebbero avvenuti i fatti al centro del processo.
Il genitore aveva raccontato che la figlia, da allora, non era “più la stessa: aveva avuto frequenti attacchi d’ansia e di panico, si è isolata e ha saltato una intera sessione di esami”.