“L’intento è quello economico, perché la il crimine informatico produce economia”, sentiamo una persona che vuol mantenere l’anonimato con un passato da criminale informatico che oggi lavora nel mondo della sicurezza, monitora e protegge le reti nazionali e internazionali dai tentativi di hackeraggio. “Da questa schermata noi vediamo tutte le informazioni private, sia i comportamenti online che le credenziali, di questo utente. Quindi in questo caso ho il 90% della vita digitale di questo utente in mano”.
Tre i metodi utilizzati dagli hacker per rubare dati sensibili: le falle nei programmi, i mancati aggiornamenti dei software e lo studio delle abitudini degli utenti durante la navigazione. “L’utente in questione ha scaricato un gioco craccato”, continua l’esperto, “che anziché essere il gioco che cercava di scaricare era un malware, quello che conosciamo tutti come virus informatico, quindi tramite il malware si può tranquillamente avere accesso indiscriminato alla vittima, che può essere naturalmente una persona, un un’azienda o un un’istituzione”. Come possiamo difenderci? Cosa possiamo fare? “Possiamo evitare di condividere le nostre informazioni private sui social network, possiamo aggiornare costantemente i software e gli hardware che abbiamo in uso e dobbiamo usare la testa nell’evitare di cliccare su link malevoli o scaricare software che possono poi andare a compromettere la nostra sicurezza”.