“Stabile” è un aggettivo che in medicina è certamente una buona notizia di fronte a un quadro complesso, altro aggettivo da interpretare cartella in mano: il paziente non si aggrava, ma neppure fa progressi con la terapia somministrata, che anzi da bronchite evolve in polmonite. “Bilaterale”, che è l’evento più temuto, perchè compromette seriamente l’ossigenazione del sangue, con l’infiammazione degli alveoli polmonari: una condizione parecchio frequente soprattutto nei mesi invernali per molti anziani.
L’equipe medica sta agendo su due fronti: terapie mirate contro i batteri e funghi che si sono installati sull’infezione probabilmente virale che il Pontefice si trascina da tempo, terapie endovenose che durano almeno due tre settimane; il supporto sempre farmacologico per tenere nella norma i parametri generali, dalla pressione alla funzionalità renale a quella epatica, sono questi gli organi che filtrano e smaltiscono il carico dei medicinali. E il monitoraggio costante di saturazione, ovvero l’ossigenazione del sangue, e della funzionalità cardiocircolatoria.