La corte d’assise di Palermo, presieduta da Sergio Gulotta, ha condannato all’ergastolo Luana Cammalleri e Pietro Ferrara, i due amanti di Cerda (Palermo), accusati di aver ucciso il marito della donna, Carlo La Duca, e di averne poi fatto sparire il cadavere che non è mai stato trovato. I due imputati erano presenti alla lettura del verdetto.
L’agricoltore di Termini Imerese aveva 38 anni nel 2019, quando scomparve nel nulla. L’ultimo ad averlo visto era stato l’amico Pietro Ferrara, adesso anche lui in carcere. I due killer sarebbero stati amanti e avrebbero pianificato il delitto nei minimi particolari. Lo avrebbero attirato nei terreni di Ferrara, per poi ucciderlo e farne perdere le tracce.
L’auto della vittima, ritrovata a Palermo, sarebbe servita a depistare le indagini così come le dichiarazioni della donna. I rapporti tra Carlo e Luana non erano buoni da tempo. Lui viveva a casa della madre che l’anno scorso si era incatenata al tribunale di Termini per chiedere verità.
Qui la puntata di Storie italiane che si era occupata del caso.
La ricostruzione
Carlo La Duca è sparito nel nulla il 19 gennaio del 2019. E’ uscito da casa alle 8.07 per recarsi a Cinisi dove ad attenderlo c’era la nuova compagna. Dovevano trascorrere il fine settimana insieme. Prima di arrivare si è fermato nel terreno di Ferrara a Ciaculli. È qui, secondo la ricostruzione dei pm, che La Duca ha trovato la morte.
In che modo i due imputati si sarebbero disfatti del corpo resta uno dei misteri del processo. Il tragitto della Volkswagen di La Duca fu seguito grazie al gps. La vettura fu trovata invia Salvatore Minutilla a Cardillo. L’ultima persona che ha visto la vittima sarebbe stato appunto Ferrara. Alle 10.48 l’auto dell’imprenditore ripartì. Secondo i pm l’uomo era già morto e a guidare era Ferrara. Dietro, in una Fiat Punto bianca, ci sarebbe stata Luana Cammalleri, l’ex moglie che avrebbe partecipato al delitto. I parenti della vittima e la nuova compagna erano costituiti parte civile con l’assistenza degli avvocati Chiara Arpaia, Fabio Trombetta, Giovanni Allegra e Salvatore Pirrone. Non è chiaro il movente del delitto.