Il gup di Palermo ha condannato a 14 anni di reclusione Andrea Bonafede, il geometra di Campobello di Mazara che prestò l’identità al superlatitante. Bonafede, geometra di Campobello di Mazara, paese natale del boss latitante, è stato riconosciuto colpevole di associazione mafiosa e complicità in truffa per aver prestato a Messina Denaro la sua identità. Il superboss venne arrestato il 16 gennaio del 2023 e aveva con sé i documenti di Bonafede con la sua foto.
Era Andrea Bonafede, professione geometra: la “falsa” carta d’identità di Matteo Messina Denaro – video TGR Sicilia del 17 gennaio 2023
Il ruolo di Bonafede, nipote dello storico boss Leonardo Bonafede, è emerso nel corso delle indagini che hanno portato alla cattura del padrino. I carabinieri del Ros, che scoprirono che Messina Denaro era in cura per un cancro, accertarono che per le terapie usava l’identità del geometra di cui aveva falsificato i documenti. Bonafede venne arrestato pochi giorni dopo la cattura del boss. E si accertò che sia l’ultimo appartamento in cui il capomafia viveva a Campobello, sia l’auto che usava per spostarsi erano stati comprati con i falsi documenti intestati all’imputato. È stato confiscato perchè “provento del reato” di associazione mafiosa.
Nel corso delle indagini la posizione del geometra si è aggravata. Dagli elementi raccolti dai magistrati, infatti, è venuto fuori che Bonafede era a disposizione del capomafia da ben prima del suo arresto. La Procura, indagando su un altro prestanome dell’ex latitante, l’architetto Massimo Gentile, che avrebbe ceduto la propria identità al boss per comprare un’auto nel 2014, ha scoperto che il veicolo, nel 2017, venne intestato alla madre di Bonafede, segno che tra il geometra e il padrino c’erano rapporti già allora. Ma non solo: la prima casa di Campobello di Mazara in cui Messina Denaro ha vissuto venne affittata a nome di Andrea Bonafede nel 2007. Con la sentenza di oggi salgono a cinque i personaggi vicini a Messina Denaro condannati.
Arrestato il vero Andrea Bonafede, il boss aveva preso la sua identità – 23 gennaio 2023
Nel corso delle indagini la posizione del geometra si è aggravata. Dagli elementi raccolti dai magistrati, infatti, è venuto fuori che Bonafede era a disposizione del capomafia da ben prima del suo arresto. La Procura, indagando su un altro prestanome dell’ex latitante, l’architetto Massimo Gentile, che avrebbe ceduto la propria identità al boss per comprare un’auto nel 2014, ha scoperto che il veicolo, nel 2017, venne intestato alla madre di Bonafede, segno che tra il geometra e il padrino c’erano rapporti già allora. Ma non solo: la prima casa di Campobello di Mazara in cui Messina Denaro ha vissuto venne affittata a nome di Andrea Bonafede nel 2007. Con la sentenza di oggi salgono a cinque i personaggi vicini a Messina Denaro condannati.
Messina Denaro fu catturato a metà gennaio dello scorso anno dopo 30 anni di latitanza con un blitz dei carabinieri del Ros mentre lasciava la clinica privata Maddalena dove era ricoverato in day hospital per un cancro a Palermo. La clinica si trova nella zona di San Lorenzo, alla periferia nord del capoluogo siciliano. Morì in un ospedale dell’Aquila il 25 settembre all’età di 62 anni.
Ecco le immagini dell’arresto a Palermo di Matteo Messina Denaro – video del 17 gennaio 2023
Il momento dell’arresto di Matteo Messina Denaro: “Preso”, le urla, il boss bloccato a terra – Video del 17 gennaio 2023
Arresto Matteo Messina Denaro, il blitz dei Ros nella clinica privata Maddalena di Palermo – video del 17 gennaio 2023
Il boss Matteo Messina Denaro scortato in Caserma: il video dei Carabinieri – video del 19 gennaio 2023
Il blitz dei Carabinieri scattò all’alba di un giorno in cui per il superboss era previsto un day hospital, ma non era la prima volta che Messina Denaro si recava in quella clinica che frequentava da tempo.
Matteo Messina Denaro entra nella clinica privata ‘La Maddalena’: la borsa nera e la mascherina ffp2 – Video 17 gennaio 2023
Gli ultimi mesi di latitanza
Messina Denaro infatti risiedeva da tempo a Campobello di Mazara, dove conduceva una vita quasi “normale”. In questo video cammina nel paese, come un cittadino qualunque, indisturbato. E’ un nuovo video del boss della mafia, nel suo periodo – lunghissimo – di latitanza a Campobello. Il filmato mostra un incontro in paese. E smentirebbe proprio la difesa di Andrea Bonafede, uno dei favoreggiatori del superlatitante. Le immagini riprese dalle videocamere del Comune. riprenderebbe proprio un incontro tra i due. Il capomafia di Castelvetrano è vestito di blu ed entra nella sua Giulietta. Bonafede, impiegato del Municipio, arriva in senso opposto a bordo dell’auto usata dai messi del Comune ed abitualmente a lui assegnata. Il veicolo incrocia quello del capomafia e arresta la marcia. Le due macchine sono l’una a fianco all’altra e il boss e l’impiegato si scambiano qualche battuta. E’ la prova che Bonafede, che ha sempre negato di conoscere il padrino di Castelvetrano, mente.
L’incredibile video del boss a spasso indisturbato nel paese, la “quotidianità” di Messina Denaro – video del 28 febbraio 2023
Un altro video riprende Messina Denaro, la sera prima dell’arresto, che esce di casa circospetto, si nasconde e cambia direzione. È il 15 gennaio, la sera prima. Matteo Messina Denaro esce dall’abitazione di Emanuele Bonafede e della moglie Ninfa Lorena Lanceri. Il boss di Cosa Nostra si incammina, come documentano le immagini registrate dalle telecamere installate nelle vicinanze, per poi tornare indietro dopo pochi secondi. Il boss finge di rientrare in casa e invece attende sulla soglia. A turbarlo è il passaggio di due auto che segue con lo sguardo. Quando le macchine sono andate via, torna a camminare in strada ma nel senso opposto.
La sera prima dell’arresto: Messina Denaro esce di casa circospetto, si nasconde e cambia direzione – video 17 marzo 2023
Fermato ma non riconosciuto
Addirittura Il procuratore di Palermo racconta: “Messina Denaro fu fermato per un controllo ma non fu riconosciuto“. Maurizio De Lucia racconta un episodio risalente a qualche anno prima della cattura del boss. Intanto proseguono le indagini sul territorio per scoprire chi lo abbia protetto nei lunghi anni di latitanza
Il “covo diffuso”
Dopo l’arresto del boss le indagini portano alla scoperta del sistema di protezione del boss: Il “covo diffuso” di Matteo Messina Denaro a Campobello di Mazara. In questo servizio di Stefano Corradino il punto sulle perquisizioni dopo il ritrovamento dei tre covi e la perquisizione della casa della madre di Andrea Bonafede, di un avvocato e in altre abitazioni del paese che ormai sembra aver nascosto un covo “diffuso” del boss latitante, su tutto il territorio e non in un unico punto.
Il “covo diffuso” di Matteo Messina Denaro a Campobello di Mazara – video del 20 gennaio 2023
Le immagini dell’esterno del covo di Matteo Messina Denaro – video del 17 gennaio 2023
Nel secondo covo di Matteo Messina denaro anche denaro e gioielli – video del 19 gennaio 2023
Il secondo covo di Messina Denaro, il commento della vicina: “Una storia esagerata” – video del 19 gennaio 2023
La stanza segreta dietro l’armadio: nel terzo covo del boss Messina Denaro, gioielli per milioni – video del 22 gennaio 2023
Nella mente del superboss
Messina Denaro era stato condannato per il suo coinvolgimento in dozzine di omicidi, compresi gli attentati di Cosa Nostra del 1992 che uccisero i magistrati antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. È stato anche condannato per l’omicidio di Giuseppe Di Matteo, figlio dodicenne di un mafioso diventato testimone della Stato, strangolato e sciolto nell’acido nel 1996, e per attentati contro luoghi d’arte e religiosi a Milano, Firenze e Roma. che nel 1993 uccise 10 persone e ne ferì altre 40.
Nella mente di Matteo Messina Denaro, il profilo criminale del boss – del 23 gennaio 2023
La rete di protezione
A lungo idolatrato dai mafiosi più giovani per la sua spietatezza e il carisma da playboy, Messina Denaro si è guadagnato una reputazione di brutalità uccidendo un boss rivale di Trapani e strangolando la sua fidanzata incinta di tre mesi. Il boss, che secondo quanto riferito si divertiva con le orge con donne palermitane mentre era in fuga, una volta disse che avrebbe potuto riempire un cimitero con quelle che aveva ucciso. Secondo quanto riferito, la sua latitanza era protetta da una sistema è stato aiutato a schivare la polizia da una “mafia della classe media“, non solo intorno al suo feudo di Trapani ma anche in tutta la Sicilia, ha detto la polizia italiana.
I fiancheggiatori controllano la strada e fanno cenno a Matteo Messina Denaro di uscire di casa – video del 17/03/2023
La cattura di uno dei fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro – video del 16 gennaio 2023
In manette marito e moglie “fedelissimi” al boss Matteo Messina Denaro – video del 16 marzo 2023
Chiesti 15 anni anche per la cugina di Andrea Bonafede, Laura
Martedì, in un procedimento separato, la Procura ha chiesto la condanna a 15 anni per la cugina del geometra, Laura Bonafede, da lungo tempo dipendente del boss. Maestra e donna molto vicina al boss. Laura Bonafede, sposata con un ergastolano e che aveva un legame sentimentale con il capomafia, avrebbe agevolato la sua fuga fornendogli supporto e coperture, scambiando messaggi e utilizzando codici cifrati. Lei è anche la figlia di un boss di Campobello di Mazara. Inizialmente nei suoi confronti era stata formulata l’ipotesi di favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza di pena, ma i contenuti della corrispondenza con il latitante, trovati nei covi usati dal fuggitivo, hanno fatto emergere il ruolo di appoggio che la donna avrebbe assicurato all’uomo di cui era innamorata e con cui aveva avuto una delle tante relazioni intrattenute da Messina Denaro durante la latitanza.