
La Corte di Appello di Milano ha confermato le condanne per tredici esponenti legati a Lealtà Azione, Casapound ed ex Forza Nuova a cui il tribunale aveva inflitto quattro mesi di reclusione per aver fatto “la chiamata del presente” e il saluto romano durante la commemorazione del 29 aprile 2018 per l’esponente del Fronte della Gioventù Sergio Ramelli, aggredito a Milano il 13 marzo del 1975 da un gruppo di Avanguardia Operaia e morto successivamente in ospedale.
La quarta sezione penale della Corte ha ritenuto integrato il reato della violazione dell’articolo 5 legge Scelba, mentre ha assolto – sulla base della sentenza delle sezioni unite della Cassazione – dall’altra accusa di incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali previsto dalla legge Mancino.
Tra gli imputati figurano esponenti di spicco delle tre formazioni di estrema destra: Gianluca Iannone, leader di CasaPound, Duilio Canu, all’epoca vicesegretario nazionale di Forza Nuova e Stefano Del Miglio di Lealtà Azione.
Secondo le indagini della Digos di Milano, questi ultimi “conducevano il corteo non autorizzato” con circa 2mila persone che dalla chiesa dei santi Nereo e Achilleo “si arrestava di fronte alla targa commemorativa e al murale di ricorso di Sergio Ramelli”, nella vicina via Paladini. Davanti al murale era poi andata in scena per tre volte “la chiamata del presente” a cui per altrettante volte era stata seguita dal saluto romano.
Tra i circa i duemila partecipanti, gli investigatori della Digos dall’analisi dei video hanno identificato e indagato i 13 condannati, difesi dagli avvocati Antonio Radaelli, Mario Giancaspro e Jacopo Cappetta.