E’ una patologia diffusa ma importante, che può andare incontro a complicazioni, anche se in genere curabile soprattutto con terapie antibiotiche. La polmonite bilaterale, di cui è affetto Papa Francesco come risultato dagli ultimi esami ospedalieri, comporta lo stato di infiammazione del tessuto di entrambi i polmoni. Come ricorda l’Istituto Superiore di Sanità, è comunemente causata da un’infezione batterica ma può essere provocata anche da una infezione virale, fungina o dall’aspirazione di un corpo estraneo.
Che cos’è la polmonite bilaterale?
Con “polmonite bilaterale” si intende che entrambi i polmoni sono stati colpiti. Le polmoniti comportano soprattutto un coinvolgimento del tessuto interstiziale (quello presente tra un alveolo e l’altro), cioè la parte più profonda dei polmoni. Nelle forme più acute la polmonite può portare in pochi giorni a un’insufficienza respiratoria grave. Nel caso di papa Francesco, che ha 88 anni ed è considerato paziente a rischio per età e patologie pregresse, si parla di una “polmonite bilaterale” allo stadio precoce: significa che entrambi i polmoni sono stati colpiti e che la malattia è all’esordio.
In che modo l’infezione attacca e danneggia i polmoni e la funzione respiratoria? Al termine dei bronchi, “tubi” che trasportano fino ai polmoni l’aria introdotta tramite naso e bocca, si trovano delle piccole sacche piene di aria disposte a grappolo chiamate alveoli polmonari. Gli alveoli permettono lo scambio di gas tra aria e sangue (ossigenazione del sangue). Nella polmonite gli alveoli si infiammano e si riempiono di liquido, rendendo difficile la respirazione e impossibili gli scambi tra aria e sangue. I disturbi (sintomi) causati dalla polmonite possono comparire all’improvviso, nell’arco di 24-48 ore, o possono presentarsi più lentamente nel corso di parecchi giorni.
I sintomi
I più comuni sono tosse, battito cardiaco accelerato (tachicardia), febbre, generico senso di malessere, sudorazione e brividi, perdita di appetito, dolori al petto, che peggiorano con la respirazione o per lo sforzo di tossire. Più raramente, può verificarsi l’emissione di sangue con la tosse (emottisi). Alcune categorie di persone sono particolarmente a rischio di ammalarsi di polmonite: neonati o bambini molto piccoli, anziani, fumatori, persone con l’asma, la fibrosi cistica o con malattie del cuore, dei reni o del fegato, oltre a persone con il sistema di difesa dell’organismo (sistema immunitario) indebolito.
Le cause
La polmonite, in genere, è causata da un batterio, lo Streptococcus pneumoniae, conosciuto anche come pneumococco. Anche altri batteri possono causare la polmonite come, ad esempio, l’Haemophilus influenzae, lo Staphylococcus aureus, la Legionella pneumophila. Una polmonite non grave può essere curata in casa, sempre sotto controllo del medico di famiglia. Va curata con antibiotici adatti, prescritti dal medico. Ma il ricovero ospedaliero può essere consigliabile per le persone considerate a rischio (anziani, bambini piccoli, etc) perchè la polmonite potrebbe causare loro complicazioni gravi.
Le complicazioni
Tra le complicazioni più comuni, setticemia (sepsi), che si verifica quando i batteri responsabili della polmonite riescono a passare nel sangue, causando un’infezione grave generalizzata a tutto l’organismo; pleurite, che compare quando si infiamma la sottile membrana (pleura) che riveste i polmoni e la parete interna del torace e può determinare un’insufficienza respiratoria; ascesso polmonare, una complicazione rara della polmonite, che può insorgere nelle persone con altre malattie gravi o con una storia di alcolismo.