Il Papa ha incontrato gli influencer cattolici, a Roma per il loro Giubileo, e li ha invitati a cercare “negli spazi digitali” la “carne sofferente di Cristo in ogni fratello e sorella”.
“Oggi ci troviamo in una cultura nuova, profondamente segnata e costruita con e dalla tecnologia. Sta a noi – a voi – far sì che questa cultura rimanga umana” ha avvertito Leone XIV. “La scienza e la tecnica influenzano il nostro modo di essere e di stare nel mondo” ma “niente che viene dall’uomo e dal suo ingegno deve essere piegato – ha sottolineato ancora il Pontefice – sino a mortificare la dignità dell’altro. La nostra, la vostra missione, è nutrire una cultura di umanesimo cristiano, e di farlo insieme. Questa è per noi la bellezza della rete”.
La Chiesa non disdegna di essere nella rete perché “nel corso della storia, la Chiesa non è mai rimasta passiva”. Quindi “oggi, in una cultura dove la dimensione digitale è presente quasi in ogni cosa, in un tempo in cui la nascita dell’intelligenza artificiale segna una nuova geografia nel vissuto delle persone e per l’intera società, questa è la sfida che dobbiamo raccogliere, riflettendo sulla coerenza della nostra testimonianza, sulla capacità di ascoltare e di parlare; di capire ed essere capiti”.
Il Papa dice a preti e suore che abitano i social che “non si tratta semplicemente di generare contenuti, ma di incontrare cuori, di cercare chi soffre e ha bisogno di conoscere il Signore per guarire le proprie ferite, per rialzarsi e trovare un senso, partendo prima di tutto da noi stessi e dalle nostre povertà, lasciando cadere ogni maschera e riconoscendoci per primi bisognosi di Vangelo. E si tratta di farlo insieme”.
Quindi l’invito a “riparare le reti”. Gesù lo chiede nel Vangelo agli apostoli pescatori e “lo chiede anche a noi, anzi ci chiede, oggi, di costruire altre reti: reti di relazioni, reti d’amore, reti di condivisione gratuita, dove l’amicizia sia profonda. Reti dove si possa ricucire ciò che si è spezzato, dove si possa guarire dalla solitudine, non contando il numero dei follower, ma sperimentando in ogni incontro la grandezza infinita dell’Amore. Reti che danno spazio all’altro più che a sé stessi, dove nessuna bolla possa coprire le voci dei più deboli. Reti che liberano, che salvano. Reti che ci fanno riscoprire la bellezza di guardarci negli occhi. Reti di verità. Così, ogni storia di bene condiviso sarà il nodo di un’unica, immensa rete: la rete delle reti, la rete di Dio”.
“Siate allora agenti di comunione, capaci di rompere le logiche della divisione e della polarizzazione; dell’individualismo e dell’egocentrismo. Siate centrati su Cristo, per vincere le logiche del mondo, delle fake news, della frivolezza, con la bellezza e la luce della Verità” ha concluso il Papa.