
Sono due le offerte giunte per l’acquisto di tutti i complessi aziendali che fanno capo agli stabilimenti ex Ilva. Oltre a quella di Flacks Group, è arrivata entro il termine della mezzanotte scorsa anche quella da Bedrock Industries.
Lo rendono noto i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria (AS), Giovanni Fiori, Giancarlo Quaranta, Davide Tabarelli, e di Ilva in amministrazione straordinaria (AS), Alessandro Danovi, Francesco di Ciommo e Daniela Savile. I commissari straordinari procederanno ora all’esame delle proposte per valutarne la completezza e la conformità ai requisiti del bando.
In una nota i commissari sottolineano anche come la procedura di gara resti comunque aperta: come infatti previsto dal bando, eventuali ulteriori soggetti interessati potranno presentare una propria offerta purché migliorativa rispetto a quelle già pervenute.
Le offerte dei 2 gruppi e i piani presentati
Prima di Bedrock, era stato un altro fondo americano, Flacks Group, a consegnare l’offerta per tutta l’ex Ilva. Bedrock ha già una esperienza nell’acciaio. Tempo addietro ha gestito la canadese Stelco che poi nel 2024 ha ceduto ai siderurgici americani di Cleveland Cliffs. Al contrario di Flacks Group che si è presentato alla gara solo a seguito del secondo bando lanciato ad agosto scorso, Bedrock, invece, ha partecipato anche alla gara partita con il primo bando di fine luglio 2024 e il deposito della sua offerta c’è stato a gennaio 2025 insieme a quelle di Jindal International e Baku Steel, due gruppi, quest’ultimi, poi ritiratisi per l’ex Ilva. Bedrock è anche il fondo che inizialmente ha avanzato una proposta occupazionale di 3mila addetti per il gruppo, poi, pare, portata a 5.000. dipendenti diretti di Acciaierie sono in Italia circa 10.000 e che solo a Taranto sono poco meno di 8.000. A questi bisogna poi sommare tutto l’indotto.
Flacks Group ieri, attraverso un’intervista del leader e fondatore Michael Flacks a Bloomberg, aveva già anticipato i tratti salienti della sua proposta. In relazione al polo dell’ex Ilva, Flacks ha dichiarato: “Noi vogliamo farlo crescere. Il nostro piano prevede 8.500 lavoratori” e investimenti per raddoppiare la produzione di acciaio, fino a 4 milioni di tonnellate all’anno.
Flacks, che ha offerto solo un euro per l’acquisto del gruppo dell’acciaio, dice di aver stimato in circa 5 miliardi di euro il costo complessivo del risanamento dell’ex Ilva e sostiene di aver già ottenuto l’appoggio finanziario di un gruppo di istituti italiani e statunitensi. Il gruppo prevede investimenti per portare la produzione di acciaio ed è a favore della presenza pubblica nell’azienda. Lo Stato per Flacks manterrebbe una quota del 40% nell’ex Ilva, nell’ambito di una nuova società, che il fondo Usa potrebbe acquisire in una data non specificata per una cifra tra i 500 milioni e il miliardo di euro. Adesso sulla proposta di Bedrock e di Flacks Group si apre la fase di valutazione dei commissari sia di Acciaierie d’Italia che di Ilva.
Urso: intervento dello Stato ipotesi realistica
Le offerte arriveranno “ai commissari, che poi devono eventualmente valutarle”, ha spiegato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, audito in commissione Industria al Senato. Urso ha sottolineato inoltre di ritenere “piuttosto realistica” l’ipotesi di intervento pubblico per l’ex Ilva, quantomeno “per rafforzare un eventuale piano di investimenti” o “per realizzare con altri una proposta all’interno della procedura di gara”.
Il tema continua a surriscaldare il clima politico, anche se Urso prova ad allentare le tensioni. “Ho trovato un clima di grande consapevolezza, e devo aggiungere anche di responsabilità, delle forze politiche”, ha affermato il ministro, forze politiche definite “pienamente consapevoli che è una grande sfida, una sfida del Paese, della siderurgia nazionale”. Per Urso si rileva “un clima di responsabilità e di condivisione, come peraltro mi sembra di notare anche negli enti locali, possa consentirci di trovare una soluzione per garantire la continuità produttiva e avviare il processo di decarbonizzazione”.