Da due mesi a Gaza non entra più nulla, da due mesi a Gaza entrano solo le bombe. È il più lungo blocco agli aiuti che la striscia abbia mai affrontato, imposto da Israele agli oltre due milioni di residenti, ormai allo stremo. Manca tutto e le scorte di cibo e acqua accumulate durante la precedente tregua sono quasi esaurite, così come i medicinali e le forniture mediche.
La Croce Rossa Internazionale avverte l’intervento umanitario a Gaza è sull’orlo del collasso totale e a breve l’organizzazione non riuscirà a gestire neanche il suo ospedale da campo.
La Freedom Flotilla Coalition denuncia l’attacco con droni su una nave della sua coalizione, la Conscience, diretta verso Gaza mentre era in acqua internazionale a largo di Malta, dove nel porto dell’isola si sarebbe dovuta imbarcare Greta Thunberg, l’attivista che ha spesso criticato duramente l’offensiva a Gaza. L’equipaggio della nave era intenzionato a violare il blocco navale israeliano per portare gli aiuti nella striscia, ma secondo il canale saudita all’Arabia dietro la spedizione c’era la mano di Hamas.
Sullo sfondo i raid israeliani continuano, almeno 30 morti nei diversi attacchi dell’IDF, alcuni sulle tende del campo profughi al Mahwazi, a Khan Yunis e su una mensa per scollati a Gaza City.
Per Doha, che assieme a Egitto e Stati Uniti, media da mesi tra Israele e Hamas, i negoziati sono in stallo, a un punto morto, dicono. E recentemente il primo ministro del Qatar, Sheikh Al Thani, ha spiegato che quando non si ha un obiettivo comune tra le parti, le opportunità di porre fine alla guerra diventano molto scarse.