Emanuele De Maria avrebbe avuto il piano di uccidere prima la barista 50enne dell’Hotel Berna di Milano, Chamila Wijesuriya, e poi il collega 51enne. Questa l’ipotesi del pm, Francesco De Tommasi, nell’inchiesta aperta sulla morte della donna, accoltellata alla gola, e sul ferimento dell’uomo, sopravvissuto all’aggressione da parte del 35enne campano, detenuto a Bollate per un femminicidio nel 2016, con la possibilità di uscire per lavorare. Ieri l’uomo si è tolto la vita, gettandosi dal Duomo.
Il pm, assegnatario del fascicolo di turno venerdì, quando De Maria è evaso facendo perdere le sue tracce, domenica si è recato su entrambi i luoghi e oggi ha disposto le autopsie su entrambi i cadaveri per accertare se Da Maria potesse aver assunto sostanza psico-alteranti prima di commettere il tentato omicidio e quello riuscito.
De Maria non potrà quindi raccontare quello che, a tutta evidenza, appare il secondo femminicidio commesso nella sua vita. Il suicida, venerdì all’aba, ha accoltellato per cinque volte il suo collega barista, l’egiziano Hani Nasr che, dopo delicati interventi chirurgici, è ora fuori pericolo di vita e sarà sentito prima possibile dagli investigatori della squadra Mobile della Questura e dal pm De Tomasi.
De Maria era detenuto per aver ucciso una ragazza tunisina di 23 anni, Oumaima Rache, a Castel Volturno, in provincia di Caserta nel 2016, si è buttato nel pomeriggio di una domenica assolata dai 60 metri delle terrazze del Duomo di Milano, morendo all’istante.
Poco dopo i carabinieri del Nucleo investigativo e di Sesto San Giovanni nel Parco Nord, con l’aiuto dei sommozzatori dei vigili del fuoco, hanno trovato il corpo di Chamila Wijesuriya, 50 anni, sposata con un figlio che era scomparsa da venerdì pomeriggio.
Il dramma si era intuito quando un addetto dell’Atm, l’azienda di trasporto pubblico milanese, venerdì pomeriggio aveva trovato il cellulare della donna in un cestino alla fermata Bignami della metropolitana, non distante dal Parco Nord. Il marito la cercava dopo essere stato avvertito che la moglie non si era presentata al lavoro. Il cellulare potrà servire a chiarire i rapporti tra i due.
De Maria, che era stato assunto a tempo indeterminato alla reception, venerdì, finito il lavoro, non era rientrato in carcere: aveva incontrato Chamila, come pare avesse fatto altre volte, e le telecamere intorno al Parco nord avevano ripreso i due mentre passeggiavano. Altre telecamere, due ore dopo, avevano immortalato De Maria da solo alla fermata Bignami della metro.
Sabato mattina il ferimento del barman egiziano. L’uomo deve essersi nascosto tutta la notte e ha atteso il collega fino alle 6 di sabato per colpirlo cinque volte con un coltello e fuggire, mentre l’egiziano cercava salvezza nella struttura alberghiera. Nel frattempo gli investigatori avevano collegato il ferimento alla scomparsa di Chamila ed erano cominciate le ricerche di entrambi.
Si temeva che De Maria potesse aver preso un treno per fuggire all’estero, come aveva fatto dopo l’omicidio della giovane tunisina di Castel Volturno e per questo era stata messa in allerta anche la Polfer. Dopo quel femminicidio era stato catturato nel 2018 in Germania, al confine con i Paesi Bassi. Poi il carcere a Secondigliano e il trasferimento a Bollate dove avrebbe potuto avere una seconda chance, con la possibilità di lavorare fuori sino al fine pena, previsto nel dicembre del 2030.
Seconda chance che ha gestito nel modo peggiore, uccidendo l’amica e collega (l’autopsia stabilirà in che modo) e ferendo in modo grave quello che riteneva probabilmente il suo rivale nel rapporto con la donna. Nel pomeriggio di domenica l’atto finale: dopo essersi nascosto per 48 ore, ha pagato regolarmente il biglietto per la visita alla Cattedrale, è salito fino alle terrazze e si è gettato senza esitazioni dal luogo simbolo di Milano.
Nonostante i traumi della caduta, gli agenti della Squadra Mobile non hanno impiegato molto tempo a riconoscerlo. Con sé aveva frammenti di documenti di identità e, qualora non li avesse avuti, sarebbero bastati i numerosi tatuaggi sul corpo a identificarlo.
Milano, suicida De Maria (Ansa)
Le ricerche nella zona in cui Chamila era stata vista l’ultima volta
Il cellulare di Chamila, si diceva più sopra, è stato ritrovato in un cestino della fermata Bignami della metropolitana mentre squillava a vuoto. Più tardi, sempre nel pomeriggio di venerdì, il 35enne è stato ripreso da altre telecamere, era solo: un dato che ha allertato subito gli inquirenti, dal momento che la prima volta i due erano stati ripresi insieme. Chamila, con molta probabilità, avrebbe dovuto trovarsi non molto distante.
Le ricerche di polizia e carabinieri – insieme ai Vigili del fuoco di Milano, con i nuclei sommozzatori, il Saf e due mezzi di Sesto San Giovanni e Monza – si sono concentrate in modo particolare nella zona nord di Milano, dove la donna è stata vista l’ultima volta e dove il suo cellulare è stato rinvenuto. Battuto in alcuni punti anche il Parco Nord e un laghetto alle spalle dell’ospedale Bassini, proprio dove sarebbe stato ritrovato il corpo.
“Prima un botto, poi la gente che scappava”: la testimonianza
Prima “un botto tremendo e poi le grida e la gente che scappava”. Così Tommaso, il gestore di un chiosco che si trova proprio a pochi passi dal luogo in cui è avvenuto il fatto, ha descritto il suicidio di De Maria, che si è gettato nel vuoto dalle terrazze del Duomo di Milano. “Ho sentito un botto e ho visto la gente che scappava, poi un uomo per terra. Saranno state le due meno dieci del pomeriggio, mi sono spaventato sentendo le grida. Sono sceso dal chiosco e ho visto la persona per terra. Le forze dell’ordine in 10 minuti erano qua. Ho sentito un botto enorme, ho visto le scarpe che volavano. Si è svuotata la piazza in un attimo e ho pensato che poteva esserci qualcuno che sparava”. Delle persone che stavano passeggiando lungo corso Vittorio Emanuele II e che hanno assistito alla scena hanno spiegato invece di avere sentito un grido prima del salto nel vuoto di De Maria dal Duomo.

Emanuele De Maria, 35 anni, ricercato per l’accoltellamento di via Napo Torriani a Milano, 10 maggio 2025 (Ansa)