Il confronto tra Manuela Bianchi, nuora di Pierina Paganelli, e Louis Dassilva, indagato per l’omicidio dell’anziana e col quale la Bianchi aveva una relazione extraconiugale, non si farà, almeno per ora.
È uno degli elementi che arriva al termine dei tre giorni di udienza di Manuela per l’incidente probatorio davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Rimini. Udienza che si è chiusa con un colpo di scena: il gip ha disposto che venisse rimosso il paravento dietro al quale per tre giorni la donna ha reso dichiarazioni e le ha chiesto di confermare quanto detto guardando negli occhi Louis. Conferma che Manuela ha dato.
Dichiarazioni di entrambi in un vero faccia a faccia, però, non ci sono state. A specifica richiesta di confronto tra i due, avanzata dal gip Vinicio Cantarini, la donna si è detta disponibile, mentre il 35enne ha negato il consenso. L’avvocato di Dassilva, Riario Fabbri, non ha escluso del tutto un confronto ma “lo faremo – ha spiegato – quando conosceremo tutti gli aspetti che possono essere contestati”.
Per i difensori Riario Fabbri e Andrea Guidi è una questione di “discovery” degli atti che sarebbe ancora parziale.
Manuela Bianchi e Luis Dassilva (FB)
27/03/2025
Louis Dassilva aveva paura
Al terzo giorno di incidente probatorio richiesto dal sostituto procuratore Daniele Paci, in questa lunga inchiesta per l’omicidio della 78enne Pierina Paganelli, Manuela Bianchi, sua nuora, ha affermato che Louis Dassilva aveva paura. Temeva che la suocera potesse ingaggiare un investigatore privato per scoprire con chi la nuora avesse una relazione extraconiugale, visto che lo aveva già fatto in passato.
L’intercettazione
Al terzo giorno di incidente probatorio, focus sui dialoghi intercettati nella sala d’aspetto della questura di Rimini il 4 ottobre 2023. Dassilva si è sempre detto innocente, minimizzando la sua relazione con Manuela. L’udienza si è soffermata in particolare su un’intercettazione del 4 ottobre 2023: quella mattina il corpo di Pierina viene ritrovato, trafitto 29 volte da un coltello con lama di 15 centimetri. È il giorno dopo l’omicidio e Manuela e Louis sono sotto interrogatorio, ma vengono lasciati parlare nella sala d’aspetto della Questura di Rimini. Lei gli ripete: “Dimmi che non dobbiamo temere niente da questa cosa qui”, mentre Louis la fissa negli occhi e dice “non cambia niente tra noi”, toccandole la guancia. “Voglio che ne esci”, dice ancora lei.
Manuela aveva sempre detto di temere per la propria relazione con l’uomo, in realtà – ha ammesso in Tribunale – era preoccupata perché aveva mentito alla polizia per coprirlo. Era stato lui a farle trovare il corpo, a chiederle di avvisare un altro vicino e fingere di non averlo incontrato finché non avesse suonato al suo campanello.
L’incidente probatorio su Manuela, indagata per favoreggiamento, difesa dall’avvocata Nunzia Barzan con la consulenza tecnica di Davide Barzan, dopo tre giorni si è concluso.
Il gip ha stabilito il termine a martedì per depositare le varie consulenze, dopodiché deciderà sull’istanza di scarcerazione presentata dai legali di Dassilva.