I consulenti della Procura di Pavia, quando hanno attribuito l’ormai nota traccia “palmare” 33 ad Andrea Sempio, sono caduti in un “pregiudizio interpretativo”, operando “in totale disaccordo alle procedure accreditate presso la Comunità scientifica”. E hanno confuso per “minuzie”, trovandone, a loro dire, 15 corrispondenti con l’impronta dell’amico del fratello di Chiara Poggi, quelle che erano solo “interferenze murarie”, ossia segni del muro, e non “strutture papillari reali”.
L’ex comandante del Ris
Lo riporta la consulenza di Luciano Garofano, ex comandante del Ris, e Luigi Bisogno, ex ispettore superiore della Polizia, esperti nominati dalla difesa, coi legali Massimo Lovati e Angela Taccia, del nuovo indagato, ma per la seconda volta in otto anni, nel caso di Garlasco.
L’impronta 33, quella che fu repertata sulla parete destra delle scale verso la cantina in fondo alle quali c’era il corpo di Chiara Poggi, come si legge nelle oltre 60 pagine di relazione, “non presenta un numero sufficiente di corrispondenze valide per consentire l’attribuzione certa all’indagato”. E mostra “al massimo soltanto 5 punti caratteristici, reali e obiettivamente riscontrabili, che la rendono non utile per i confronti”.
“Interferenze murarie”
Per Garofano e Bisogno è “verosimile ritenere che le evidenze erroneamente indicate dai consulenti della Procura siano da imputare a interferenze murarie”. Nelle pagine tecniche gli esperti della difesa si occupano proprio di quest’ultimo aspetto, precisando più volte che da parte dei consulenti dei pm “è interamente mancata” la correttezza dei “metodi di rilevazione e accertamento scientifico”. E hanno violato “i protocolli previsti dal metodo di prova validato”.
Non risulta, poi, che “i laboratori di dattiloscopia del Ris, né tantomeno il dott. Caprioli abbiano ricevuto alcuna validazione-accreditamento del percorso analitico utilizzato”.
Delitto Garlasco indagini della Polizia Scientifica (Tg1)

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La teoria della difesa
Per gli esperti della difesa, i consulenti dei pm avrebbero “prima esaminato nel dettaglio” le caratteristiche dell’impronta di Sempio, cosa da “evitare per non rischiare di ‘vedere'” delle “minuzie” che “non esistono”, e “soltanto successivamente” hanno “cercato le relative corrispondenze, cadendo in un inevitabile pregiudizio”. Un lavoro inaffidabile “dal punto di vista scientifico”.

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Caso Garlasco omicidio Chiara Poggi (Tgr Lombardia)
Una consulenza che respinge al mittente gli “errori” della Procura, così come quella, sempre sulla 33, degli esperti della famiglia Poggi, assistiti dai legali Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna. Consulenti che si ritroveranno domani, con quelli della difesa di Alberto Stasi, per il terzo round dell’incidente probatorio. Tra le attività in programma ci sono le campionature, per le successive analisi genetiche, su tre tamponi autoptici di Chiara, tra cui uno mai analizzato. E su tre tracce ematiche che non avevano fornito risultati nel 2007. Poi, ancora su tre rinvenute su un frammento del tappetino del bagno macchiato dal sangue lasciato dalla scarpa dell’assassino.
I risultati dovrebbero essere disponibili la prossima settimana, ma pare non si attendano soprese per svolte nelle indagini sui profili di Dna, come non ce ne sono state finora.
Sarà presente la perita genetista Denise Albani, ma non domani il dattiloscopista Domenico Marchigiani. Infine, va registrato che non saranno più effettuate nuove analisi sull’impronta 10, quella sulla porta d’ingresso, dopo che già un primo test accertò che non c’era sangue.

stasi sempio poggi (Rai)