Vanno avanti con la ricerca della persona a cui appartiene il profilo genetico maschile individuato sulla garza non sterile che 18 anni fa venne usata per prelevare materiale biologico dalla cavità orale di Chiara Poggi, le indagini della Procura di Pavia sul delitto di Garlasco. Ricerca che riguarderà non solo gli operatori che hanno avuto a che fare con il corpo senza vita della giovane, ma anche la cerchia delle sue conoscenze e di quelle del fratello e del suo amico Andrea Sempio, accusato ora di omicidio in concorso con altri.
E’ scontro tra periti di parte dopo l’incidente probatorio
Delitto di Garlasco (Rainews24)
I due binari paralleli
Il compito di trovare il titolare del cromosoma Y isolato da Denise Albani, la genetista nominata dalla gip Daniela Garlaschelli, su due campioni, uno dei quali con anche le tracce dell’infermiere che lavorò in sala autoptica e da lui lasciate pure su un terzo campione, tocca ai pm e ai carabinieri. I quali dovrebbero procedere su due binari paralleli: non preleveranno, da quanto si apprende, tamponi a ‘tappeto’ come era accaduto nel caso di Yara Gambirasio, bensì, da un lato si concenterebbero sui tecnici intervenuti nell’immediatezza della morte della ragazza.
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Garlasco prove (Tg2)

Delitto Garlasco indagini della Polizia Scientifica (Tg1)
Tamponi mirati nel giro ristretto di conoscenze
Dall’altro, in base all’ipotesi a cui i pubblici ministeri da quel che si sa finora non avrebbero trovato i riscontri, effettuerebbero tamponi mirati tra le fila di chi faceva parte del giro ristretto di consoscenze di Chiara, dei compagni di liceo di Sempio, dei suoi amici e degli amici di Marco Poggi. Senza tralasciare nemmeno quanti in un modo o nell’altro hanno frequentato la villetta di via Pascoli.
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In prima battuta, infatti, va appurato se il Dna di “ignoto 3″ sia o meno frutto di una contaminazione”, come alcuni dei consulenti di parte danno per quasi certo poichè sull’esito di uno dei pezzettini di garza la traccia biologica senza identità è mescolata con quella dell’assistete del medico legale che fece l’autopsia.
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La caccia al proprietario del cromosoma Y senza nome
Mentre si attende una terza replica degli esami Dna in questione e il consolidamento su quelli già noti sul frammento del tappetino del bagno, si prevede una sorta di “caccia” al proprietario di quel cromosoma Y senza nome.
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Chiara “Ha aperto la porta di casa senza esitare”
Le ricerche saranno complesse e coinvolgeranno pure tutti coloro con cui Chiara aveva avuto a che fare e che conosceva dato che la mattina del 13 agosto 2007 ha aperto la porta di casa senza esitare a una persona con cui avrebbe avuto confidenza. Dunque, in attesa che l’incidente probatorio, da ieri sospeso, riprenda tra due settimane, inquirenti e investigatori lavoreranno nel tentativo di trasformare in “noto” quel Dna. Gli esiti di questa attività potrebbero poi essere l’oggetto di una istanza con cui la Procura chiederà alla giudice Garlaschelli un’ulteriore estensione degli accertamenti irripetibili.
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Nordio: “Finirà male”
Intanto, sul caso è intervenuto anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio: “comunque finisca finirà male, perché l’imputato condannato che si è fatto già 10 anni ora emerge che forse lui non è il colpevole. E’ emersa la seconda ipotesi, oggi è emerso – ha aggiunto il Guardasigilli – che potrebbe esserci un terzo”.
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Caso Garlasco 21_05_25 (Tg3)
“Dopo 18 anni un esame del Dna la vedo dura da dimostrare. E’ un’indagine lunga, costosissima e dolorosa, la lentezza dei processi a volte dipende anche dal fatto che non ci si vuole arrendere all’evidenza. Nel caso di Garlasco è stato assolto in primo e secondo grado e poi condannato”, ha detto Nordio.

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21/03/2025

Chiara Poggi (Chi l’ha visto, Rai3)
21/03/2025
Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara che sta finendo di espiare 16 anni e che non si esclude possa ritentare la via della revisione del processo.
Il mistero delle due sedie
Ancora caldo rimane il tema sollevato nella trasmissione di Raitre “Chilhavisto?”. Il giorno del primo ingresso degli investigatori sul luogo del delitto, nelle foto scattate all’epoca, i Carabinieri trovano una scena del crimine, mai analizzata a fondo, almeno secondo quanto raccontano alcune immagini che delineano un vero e proprio enigma: è un giallo su cosa ci fanno due sedie, posizionate in modo anomalo proprio davanti alla tv di casa Poggi accesa, con immagini che sembrano di un video gioco dell’epoca. Forse – l’ipotesi, la suggestione, sulla quale si dibatte a Chi l’ha visto, Raitre – qualcuno stava giocando in casa ad un videogioco. E questo è un altro dei possibili scenari inediti, sull’eventuale presenza in casa di altre persone, oltre a Chiara ed Alberto Stasi.
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