Il “lago rosa” di Kobeytuz è nuovamente accessibile al pubblico dopo la chiusura del 2020, necessaria per consentire il recupero ecologico dell’area fragile.
Negli ultimi anni, lo specchio d’acqua, che in media non supera i 20 cm di profondità, è diventato talmente popolare sui social da subirne i danni, che ne hanno messo a rischio l’esistenza: migliaia di visitatori, alla ricerca dello scatto perfetto, hanno compromesso la riva, prelevando sale e fango e attraversando persino il lago in auto.
Durante la pandemia, inoltre, sono comparsi sul web annunci fraudolenti che vendevano il “sale rosa” di Kobeytuz come rimedio al COVID-19, senza alcun fondamento scientifico.
Il suo sorprendente colore, che in certe stagioni vira dal salmone al fucsia, è dovuto a microrganismi, in particolare microalghe che producono carotenoidi, che emergono quando la salinità e il caldo favoriscono la loro proliferazione.
Per contrastare il degrado, le autorità hanno avviato interventi di tutela e ora la riapertura è accompagnata da regole e controlli più rigidi, ma la sua conservazione dipende ora dal numero e dal comportamento dei visitatori.
Per ora, il lago di Kobeytuz è salvo e resta uno spettacolo di contrasti, con la distesa rosa che si staglia contro il cielo a perdita d’occhio delle steppe kazake.