
La Cina ha messo in servizio la nuova portaerei Fujian dopo approfondite prove in mare. L’agenzia di stampa ufficiale Xinhua ha riferito che la Fujian è stata messa in servizio mercoledì in una base navale sull’isola di Hainan, nel sud della Cina, durante una cerimonia alla quale ha partecipato il leader Xi Jinping. La Fujian è la terza portaerei cinese e la prima progettata e costruita interamente dal Paese. La prima portaerei cinese, la Liaoning, era di fabbricazione sovietica, mentre la seconda, la Shandong, è stata costruita in Cina ma sulla base del modello sovietico. Entrambe utilizzano sistemi vecchio stile di tipo ski-jump per aiutare gli aerei a decollare. La Fujian invece non usa la tecnologia della catapulta a vapore utilizzata sulla maggior parte delle portaerei americane, ma impiega un sistema di lancio elettromagnetico che si trova solo sulle più recenti portaerei della classe Ford della Marina degli Stati Uniti. Il sistema causa meno stress all’aereo e alla nave, consente un controllo più preciso della velocità e può lanciare una gamma più ampia di aerei rispetto al sistema a vapore. Rispetto al sistema a trampolino, offre inoltre alla Cina la possibilità di lanciare aerei più pesanti, con pieno carico di carburante, come l’aereo di controllo e allarme preventivo KJ-600, che è stato testato con successo durante le prove in mare.
La Cina accelera sugli armamenti, con “una nuova corsa”. Le immagini satellitari, le mappe e le comunicazioni governative hanno fatto emergere “un’enorme impennata” nei siti di produzione missilistica: un’analisi della Cnn, sulle attività mandarine del 2020-25, ha rimarcato i piani di Pechino per “scoraggiare” le forze armate Usa e “affermare il dominio nella regione”, a partire da Taiwan. Quindi, se Pechino sta lavorando senza clamori al consolidamento militare, la Corea del Nord di Kim Jong-un ha mostrato ancora i muscoli, lanciando un missile balistico a corto raggio nel mar del Giappone all’indomani dell’avvertimento delle “misure adeguate” minacciate contro le ultime sanzioni americane a carico di “individui ed entità” riconducibili a Pyongyang.
Il Cremlino, a dispetto delle varie sanzioni votate negli anni all’Onu per punire il Nord e le sue ambizioni nucleari e missilistiche, ha difeso senza indugi “il diritto legittimo” dello Stato eremita a “garantire la propria sicurezza e ad adottare tutte le necessarie misure per fare questo”, ha detto il portavoce Dmitry Peskov. Un segno dei tempi e della nuova alleanza di Mosca con Pyongyang, che ha fornito allo zar Vladimir Putin uomini e armi a sostegno della sua guerra all’Ucraina.
La Cina, tornando all’analisi della Cnn, ha registrato uno “storico accumulo” di armamenti a fronte delle “difficoltà di approvvigionamento Usa”: oltre il 60% dei 136 siti della Repubblica popolare di produzione missilistica o di forza missilistica dell’esercito, che controlla gli arsenali nucleari, ha avuto un’espansione di oltre 2 milioni di metri quadri nel 2020-25. Nuove torri, bunker e terrapieni, coerenti con lo sviluppo di armi, sono emersi nelle immagini satellitari di siti classificati come in crescita. Mentre in alcuni casi sono visibili persino parti dei missili.
Sul capitolo nucleare, quanto al presidente Usa Donald Trump secondo cui il tema del suo controllo è stato discusso con i leader di Cina e Russia, il Dragone ha rispedito al mittente la proposta di dialogo. “Le forze nucleari cinesi non sono allo stesso livello di quelle di Usa e Russia”, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning. Allo stato, “sarebbe ingiusto, irragionevole e impraticabile in questa fase richiedere alla Cina di partecipare ai colloqui sul controllo degli armamenti nucleari”, ha rincarato Mao.
Pechino ha rivendicato la sua “strategia nucleare di autodifesa”, basata “sulla politica di ‘no first use’, di non utilizzo o minaccia d’uso contro Stati non nucleari e zone denuclearizzate”, nella descrizione data dal portavoce del ministero della Difesa Zhang Xiaogang, parlando dei missili intercontinentali terrestri DF-61, DF-5C e DF-31BJ, da lancio sottomarino JL (JuLang) e a lungo raggio aereo JL (JingLei). I vettori, la “triade nucleare”, sono apparsi il 3 settembre alla parata militare per gli 80 anni della fine della Seconda guerra mondiale, a coprire le modalità di lancio da terra, acqua e aria.
Intanto, il presidente Xi Jinping, come commander-in-chief delle forze armate cinesi, ha supervisionato il 5 novembre l’entrata in servizio della terza portaerei, la Fujian, al porto navale di Sanya, nella provincia di Hainan. E’ il fiore all’occhiello hi-tech della Marina con la sua catapulta elettromagnetica su cui Xi si è “speso” in prima persona, hanno riferito i media statali. Sul ponte, i jet J-35, J-15T e l’aereo d’allerta e controllo aviotrasportato KJ-600, nelle immagini del network Cctv. Xi ha incoraggiato le truppe “a migliorare costantemente le competenze professionali e le capacità di combattimento”.