Gli investigatori che indagano sugli omicidi delle escort rumene Denisa Maria Paun Adas, 30 anni – che sarebbe stata uccisa tra il 15 e il 16 maggio scorsi nella stanza di un residence a Prato – e Ana Maria Andrei, 27 anni – che era scomparsa il 1° agosto dello scorso anno – cercano ulteriori elementi utili alle indagini nel terreno intorno alla casa a Monsummano (Pistoia) dove viveva, fino al giorno dell’arresto, il presunto omicida, il 32enne rumeno Vasile Frumuzache.
Nelle ultime 48 ore i carabinieri del Sis (Sezione investigazioni scientifiche) hanno effettuato una nuova, lunga ispezione nella casa di Frumuzache a Bizzarrino, frazione di Monsummano. Era presente anche il procuratore di Prato Luca Tescaroli, a capo delle indagini. Le forze dell’ordine hanno setacciato minuziosamente il giardino, ancora segnato dalla presenza dei giochi dei due figli piccoli del killer, oltre a rimesse e capanni.
Anche l’interno dell’abitazione è stato nuovamente perquisito: numerosi oggetti sono stati fotografati, repertati e sequestrati, compresi un sacco dell’immondizia e una roncola con la lama arrugginita trovata in una rimessa agricola.
Questo nuovo strumento potrebbe aggiungersi ai quattro coltelli semi-bruciati sequestrati in un precedente sopralluogo e analizzati dagli investigatori. L’obiettivo è chiarire l’arma usata per uccidere Denisa, su cui le versioni di Frumuzache non convincono gli inquirenti: l’uomo parla di un coltello da cucina, ma l’autopsia evidenzia un colpo netto e profondo, compatibile con un’accetta o una lama pesante.
I corpi di Denisa e di Ana sono stati rinvenuti il 4 e 5 giugno scorsi in un terreno nei pressi di un casolare abbandonato nelle campagne di Montecatini (Pistoia), dove Frumuzache aveva cercato di nasconderli.
I magistrati della procura di Prato, che coordinano le indagini, non escludono l’ipotesi che il 32enne possa aver commesso altri omicidi e indagano su eventuali complici. Vasile Frumuzache, però, nel corso degli interrogatori a cui è stato sottoposto, compreso l’interrogatorio di garanzia davanti al gip, ha confessato gli omicidi delle due connazionali, ma ha negato di aver ucciso altre donne.
I dubbi degli inquirenti sulla dinamica dell’omicidio di Denisa Maria Paun
La versione di Frumuzache, che dice di averla uccisa tra il 15 e il 16 maggio in una stanza del residence Ferrucci di Prato, e di averla decapitata, sempre nello stesso luogo, con un coltello, è sotto verifica. Alcuni particolari contrastano con il fatto che nella stanza non sono state trovate tracce ematiche, rendendo plausibile l’ipotesi che il delitto sia avvenuto altrove, e che dall’autopsia è emerso che la donna è stata decapitata con un unico colpo netto, sferrato con qualcosa che potrebbe essere una mannaia o un’accetta, ma non un coltello da cucina. Viene presa in considerazione anche la possibilità che il 32enne abbia avuto dei complici.
Si allarga l’inchiesta anche oltre i confini toscani, in Sicilia
I carabinieri stanno confrontando i movimenti di Frumuzache con denunce di scomparsa di giovani escort negli ultimi tre anni, anche nella provincia di Trapani, dove l’uomo ha vissuto fino al 2022. Il timore è che vi siano altre vittime, i cui casi siano rimasti archiviati come allontanamenti volontari. L’attenzione investigativa si concentra ora anche sull’omicidio di Ana Maria Andrei, scomparsa nell’estate del 2024 dal suo appartamento nella periferia di Montecatini Terme, dove riceveva i clienti. Viveva sola dopo che la cugina, con cui aveva condiviso la casa per anni, era tornata in Romania. Fu proprio lei, non riuscendo più a contattarla, a sporgere denuncia il 1° agosto. I vicini ricordano Ana Maria come una giovane donna riservata ma gentile, che sognava di mettere da parte dei soldi per cambiare vita: “Sparì all’improvviso. Togliemmo il suo nome dal campanello senza sapere perché”.
Frumuzache ha raccontato di averla incontrata casualmente, portata in una zona boschiva delle Panteraie, e poi accoltellata dopo un presunto rifiuto sessuale. L’autopsia eseguita oggi, però, potrebbe non fornire certezze, poiché il corpo è rimasto esposto per quasi un anno agli agenti atmosferici, deteriorandosi in modo significativo.