Un grande aiuto per gli inquirenti può arrivare dalla visione delle riprese delle tante telecamere della zona, ricca in questo punto di via Nizza, di tante attività commerciali, dotate di impianti di videosorveglianza. Dopo gli accertamenti nei locali interessati dallo scoppio, l’ipotesi investigativa cambia: non più colpa ma dolo. Qualcuno avrebbe deliberatamente pianificato e messo in pratica un piano criminale per seminare distruzione, e forse uccidere, in questo edificio al civico 389, alla periferia sud di Torino, tra i quartieri Mirafiori e Lingotto.
L’unica vittima del disastro, il 33enne Jacopo Peretti, non sarebbe stato l’obiettivo designato di questo gesto. Una vittima collaterale. Forse è stato rinvenuto un innesco.
L’esplosione in un appartamento di via Nizza (Vdf)
La cronaca degli eventi
Secondo le ricostruzioni, le prime fiamme sarebbero partite da una mansarda del quinto piano. Ma l’inquilina, in quella notte tra domenica e lunedì, non era a casa, ma in vacanza. E prima di partire aveva sigillato le utenze dell’appartamento, dove peraltro non sono state rinvenute bombole di gas o altro materiale potenzialmente esplosivo. L’appartamento della giovane vittima si trova proprio a fianco di questa mansarda.

L’appartamento di via Roccaforte in cui si è verificata l’esplosione (Tgr Piemonte)
Nuovi sviluppi a breve
Nuovi sviluppi delle indagini sono attese anche a breve. Questa esplosione, oltre ad aver ucciso una persona e ferite altre 5, tra le quali una bimba e un ragazzino, per fortuna tutti ora fuori pericolo, e lasciato senza casa molte famiglie, più di 40 abitanti, poteva provocare una strage.

Esplosione in un appartamento a Torino (ANSA/VVF)

La palazzina dove è avvenuta l’esplosione in via Nizza a Torino (Ansa)