È durata 3 ore e mezza la riunione tra governo e sindacati sull’ex Ilva di Taranto. Alla fine i sindacati hanno rotto il tavolo della trattativa: ”Proposte del governo inaccettabili” – affermano.
Alla riunione, presieduta dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, erano presenti per l’Esecutivo i ministri delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, e del Lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone.
Per i sindacati, i rappresentanti di Fiom Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil, Ugl metalmeccanici, Usb e Federmanager.
Secondo fonti sindacali, Il Ministro Urso avrebbe detto che dopo l’uscita di scena degli azeri di Baku Steel è in corso una «trattativa riservata» con un quarto operatore interessato all’ex Ilva, oltre al fondo americano Bedrock che però propone tagli significativi.
«Il governo ha presentato di fatto un piano di chiusura”. Dal primo gennaio ”migliaia di lavoratori saranno in cassa integrazione, non c’è un sostegno finanziario al rilancio e alla decarbonizzazione”. ”Contrasteremo la scelta del governo con tutti gli strumenti possibili”- ha dichiarato il segretario generale della Fiom, Michele De Palma,
Anche per Rocco Palombella (Uilm): si tratta di un «Piano inaccettabile per fare cassa sui lavoratori e chiudere».
”Ci presenteremo ai lavoratori illustrando questa situazione drammatica che si sta prospettando, perché parlare di 6mila persone in cassa integrazione su 10mila è di fatto una messa in discussione del proseguimento dell’attività produttiva di questo impianto . – ha affermato Ferdinando Uliano della Fim-Cisl ”
Il Governo esprime «rammarico» per il fatto che la proposta di proseguire il confronto sull’ex Ilva non sia stata accettata dalle organizzazioni sindacali».
L’esecutivo, riferisce una nota di Palazzo Chigi, «conferma in ogni caso la disponibilità a proseguire l’approfondimento di tutti gli aspetti e anche dei rilievi più controversi” per la gestione operativa dell’azienda in questa fase transizione».
