Ha chiamato il medico curante “perché papà è morto nella notte”; ma diversi elementi trovati nell’abitazione, alla periferia di Foligno, non hanno convinto il sanitario. Tanto da far intervenire i carabinieri che, al termine di un’indagine partita il 14 marzo, hanno fermato oggi una 43enne del posto, ritenuta responsabile dell’omicidio aggravato del padre convivente, di 75 anni. Soprattutto perché dall’autopsia è emerso che il decesso risaliva non alla notte precedente la segnalazione ma circa a un mese prima, tanto che il cadavere era praticamente mummificato. E la morte non era avvenuta per cause naturali ma per un’azione violenta di “strozzamento”.
L’allarme rivolto al medico, lo scorso 14 marzo
Una vicenda sulla quale stanno ancora lavorando i carabinieri della compagnia di Foligno, che hanno eseguito il fermo d’indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Spoleto. Il 14 marzo i militari erano intervenuti all’interno dell’appartamento dove la donna, attualmente disoccupata, conviveva con il padre. Lo avevano fatto in seguito a una segnalazione del medico curante, che aveva constatato il decesso dell’uomo su richiesta della stessa figlia. L’uomo era stato trovato disteso a letto.
Gli elementi anomali: disordine e cadavere in avanzato stato di decomposizione
Gli investigatori avevano tuttavia rilevato, riferisce l’Arma, un “anomalo stato dei luoghi”. In particolare, un disordine diffuso e l’assenza di segni di effrazione, che potessero far pensare all’ingresso di estranei in casa. Era stato anche constatato un avanzato stato di decomposizione del cadavere, diversamente dalle indicazioni della donna, che faceva risalire la morte alla notte precedente.
Dall’autopsia escluso il decesso per cause naturali
Su disposizione della Procura della Repubblica di Spoleto, nell’abitazione era così intervenuto – per un “sopralluogo tecnico” – personale specializzato della sezione investigazioni scientifiche del Reparto operativo dei carabinieri di Perugia, che aveva proceduto al sequestro dell’immobile. L’autorità giudiziaria, in ragione delle iniziali evidenze, aveva disposto inoltre l’esame autoptico sulla salma, all’esito del quale veniva escluso il decesso per cause naturali, attribuibile invece ad una azione violenta. È stato così deciso il fermo della donna, rintracciata dai militari dell’Arma presso una struttura ricettiva del posto, dove alloggiava momentaneamente. La stessa è stata poi rinchiusa nel carcere di Perugia a disposizione dell’autorità giudiziaria.