
A distanza di circa un anno dall’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada, sono in calo, nel primo semestre, le vittime causate da incidenti stradali. Anche se aumentano quelle sulle autostrade. A dirlo sono le stime preliminari Aci-Istat: nei primi sei mesi del 2025 si sono verificati 82.344 incidenti con lesioni a persone (-1,3% rispetto allo stesso periodo del 2024), con 111.090 feriti (-1,2%) e 1.310 decessi (-6,8%). In media, ogni giorno si sono contati 455 incidenti, 614 feriti e oltre 7 vittime, pari a quasi 19 incidenti e quasi 26 feriti ogni ora, una vittima ogni tre ore e mezza. Le vittime aumentano sulle autostrade (+4,4%), mentre diminuiscono sulle strade urbane (-8,4%) e su quelle extraurbane (-7,1%).
La stima preliminare delle rilevazioni dei sinistri stradali del semestre gennaio-giugno 2025 stilata dall’Istat, registra infatti una consistente diminuzione delle vittime pari al -6,8%, rispetto allo stesso periodo del 2024, riporta una nota del Mit. In particolare, sono stati rilevati 82.344 incidenti con lesioni a persone (contro i 83.385 del 2024), e sono decedute 1.310 persone contro le 1406 dello stesso periodo 2024 (96 decessi in meno). In calo anche i feriti, passati da 112.428 nel 2024 a 111.090 del 2025.
Il presidio a Roma per la Giornata delle vittime della strada
In occasione della Giornata Mondiale in ricordo delle Vittime sulla Strada, le associazioni e i familiari delle vittime sulla strada si uniscono domenica 16 novembre dalle 11 alle 13 a Roma in un presidio di commemorazione e protesta in via Cristoforo Colombo, luogo in cui Francesco Valdiserri, 19 anni, veniva investito e ucciso tre anni fa, non lontano da dove solo pochi giorni fa è morta Beatrice Bellucci, 20 anni.
“Una strada con troppe croci, paurosamente sempre uguale a sé stessa e simbolo dell’assuefazione alla velocità e alla violenza”, dicono gli organizzatori. Il presidio vuole commemorare ognuna delle vittime a Roma, ma chiede anche un forte cambio di rotta politico e culturale: mettere al centro la sicurezza e la vita, non la velocità. Perché come sulla Cristoforo Colombo, in tutta Roma si continua a morire.