L’autopsia, eseguita questo pomeriggio a Palermo, sul corpo di Aurora Maniscalco, l’hostess palermitana morta a Vienna dopo essere caduta dal terzo piano del palazzo in cui abitava, avrebbe escluso segni di violenza e lesioni di tipo diverso da quelle provocate dal volo di circa 14 metri fatto dalla ventiquattrenne, la sera del 21 giugno scorso. L’esame è stato eseguito oggi pomeriggio all’istituto di Medicina legale del Policlinico ed era stato disposto dalla Procura del capoluogo siciliano, dopo che la magistratura austriaca non aveva ritenuto di aprire un’indagine, considerando la vicenda frutto di un incidente o di un gesto volontario.
I familiari dell’assistente di volo della Lauda Europe, attraverso l’avvocato Alberto Raffadale, avevano sollecitato accertamenti in Italia, ottenendo che venisse formato un fascicolo con l’ipotesi di istigazione al suicidio, che vede come unico indagato Elio Bargione, 27 anni, fidanzato di Aurora. Il giovane, anche lui assistente di volo originario di Palermo, era con la ragazza nel momento in cui è caduta dal balcone dell’appartamento di Universumstrasse e la sua iscrizione nel registro degli indagati è stata considerata un atto dovuto, per consentirgli di partecipare all’atto irripetibile per antonomasia, l’autopsia.
Indaga la polizia viennese (Ansa)
Il decesso di Aurora è avvenuto il 23 giugno, due giorni dopo rispetto all’episodio oggetto di indagine. I familiari, ascoltati dalla polizia a Palermo, hanno consegnato anche il cellulare della ragazza, chiedendo che venisse sottoposto a verifiche: sostengono infatti che potrebbero essere stati manomessi, attraverso di esso, i profili social di Aurora. Nemmeno il dispositivo – così come l’appartamento – era stato sequestrato dagli inquirenti viennesi.
Eseguito l’esame autoptico, il caso passerà alla Procura di Roma. L’autopsia è un atto irripetibile che la magistratura viennese ha negato, sostenendo che la hostess si sia suicidata. Ma la Procura di Palermo, guidata da Maurizio De Lucia, ha iscritto nel registro degli indagati il fidanzato della giovane, con l’ipotesi di istigazione al suicidio. Quella notte Elio era con la ragazza in casa quando lei è caduta dal terzo piano.
Da tre anni a Vienna dopo un’esperienza in Croazia, per i parenti “non era serena”
Aurora Maniscalco ha perso la vita a Vienna dopo giorni di agonia per essere caduta dal terzo piano di un edificio residenziale, all’ospedale generale della capitale austriaca, dove era stata trasportata d’urgenza. La vittima lavorava da tre anni come assistente di volo per la compagnia Lauda. Al momento della caduta, si trovava nell’appartamento insieme al compagno, residente a Vienna, più volte ascoltato dalla polizia austriaca per cercare di chiarire i contorni della vicenda.
Alcuni parenti della ragazza hanno raccontato che Aurora non era serena e che la sua relazione con il fidanzato era tormentata. “Nei giorni precedenti alla morte c’era stata una lite tra i due. Nessuno di noi crede che si sia trattato di un suicidio”. Aurora viveva nella capitale austriaca dopo un’esperienza in Croazia. Il prossimo 15 luglio, nel giorno in cui a Palermo si festeggia Santa Rosalia, la ragazza avrebbe compiuto 25 anni. “Era stata per un periodo a Praga – raccontano i parenti – da un amico. Poi era tornata a Vienna, dove abitava con il fidanzato, ma con lui c’erano stati dei problemi”.