“O si chiariscono le questioni durante il riesame, oppure ovviamente è difficile pensare di governare per due anni in assenza del governatore. Però credo che sia prematuro al momento parlare di temi legati alle elezioni regionali”. Il viceministro ai Trasporti e alle Infrastrutture Edoardo Rixi traccia la linea sui tempi che il centrodestra ha deciso di fissare per l’inchiesta di Genova.
È la strada portata avanti da Fratelli d’Italia e anche in FI prende piede sempre più la consapevolezza che – per dirla con le parole di un esponente di peso – “vediamo cosa succede ma così per lui sarà difficile resistere”. Perché, al di là della possibilità che la vicenda nelle prossime settimane possa sgonfiarsi, il ‘refrain’ è che “andare avanti in questo modo è problematico”.
Il ‘piano B’, quello delle elezioni anticipate, non è ancora sul tavolo ma – sottolinea un altro esponente di Fratelli d’Italia – “il tempo corre e occorrerà cominciare nei prossimi giorni a fare valutazioni”. “Quello che passa è che si fanno le opere per ingraziarsi un imprenditore che ti dà 70mila euro, siamo all’inizio di un ‘cinema’ che durerà anni e che rischia di bloccare tutti i cantieri”: l’allarme è ancora di Rixi.
E sulle possibili dimissioni: “Deciderà Toti, quando c’è un processo è il soggetto che si sceglie la posizione difensiva, quindi non è più una scelta politica ma diventa anche una scelta che si lega a come vuoi impostare la difesa”.
“Spero che la giustizia faccia in fretta. Non commento tempi, modi, la necessità dell’arresto – dice il segretario della Lega Matteo Salvini: ”Spero che facciano sapere in fretta ai liguri e agli italiani se qualcuno ha sbagliato, e se qualcuno sbaglia paga”.
Il timore è che l’inchiesta abbia conseguenze sul territorio: “Spero che quello che è accaduto non blocchi tutti i cantieri aperti che abbiamo a Genova e in Liguria. Qualunque sia la verità ce la dicano in fretta, perché non si possono aspettare mesi tenendo in sospeso lavoratori, imprenditori e persone”. “Non vedo un tema di grandi tangenti, vedo un tema di grandi pressioni”, occorre capire – sottolinea Rixi – “se ci saranno ripercussioni sugli altri scali, come Livorno, Trieste, Napoli, perché la diga di Genova “come il ponte sullo Stretto ha interessi che vanno oltre i politici locali e nazionali”.
Anche Fratelli d’Italia attende l’interrogatorio di Toti e non chiederà almeno fino ad allora un suo passo indietro. Niente pressioni dunque, “ma – rimarca un ‘big’ – resta il convincimento che per difendersi meglio farebbe bene a fare un passo indietro”.
Poi ci sono le opposizioni. I rappresentanti di Pd, M5S e Azione in Consiglio regionale scrivono una lettera al presidente dell’assemblea Gianmarco Medusei in cui chiedono “nuove elezioni” e che il presidente della Regione lasci. Una presa di posizione che in realtà piace poco al leader di Azione, Carlo Calenda, che ricorda come “la linea” decisa dal suo movimento sia quella “di non chiedere mai” le dimissioni di qualcuno “in caso di inchieste giudiziarie”.
Da registrare anche “il silenzio della presidente del Consiglio Giorgia Meloni” che viene criticato soprattutto dal deputato di Avs Angelo Bonelli: secondo il quale “è giunto il momento in cui lei dica qualcosa”.
Bonelli e Fratoianni
Nel resto del centrodestra sembra che l’intenzione sia quella di voler “far quadrato” intorno a Toti, continuando ad attaccare i magistrati, parlando di “indagini a orologeria” e ricordando di come “molte delle inchieste che hanno riguardato i presidenti di Regione “spesso si siano concluse con un nulla di fatto”.
Anche perché le Europee sono alle porte e un “prendere ora le distanze”, si spiega, significherebbe “un’ammissione di colpevolezza” che si vorrebbe evitare. Un sostegno che sembra volersi garantire anche a livello locale. I Consiglieri, con i quali Toti dovrà confrontarsi prima di prendere una decisione sul da farsi dopo essere stato ascoltato dai magistrati, vorrebbero evitare di tornare al voto e si starebbe lavorando “per mettere in sicurezza la Giunta”, “senza mostrare segni di sbandamento”. Fino a quando lui “non farà un passaggio politico con la sua maggioranza”, si assicura, “non si sa cosa succederà”, anche perchè “nessuno ora può parlare con lui” ed “essendo sospeso non può essere dimissionato”.
Nell’attesa, si torna a parlare di finanziamento pubblico dei partiti. Per ripristinare il quale il leader di Avs Nicola Fratoianni presenta una proposta di legge che vieta anche “il finanziamento della politica da parte di imprese che abbiano contratti o partecipino ad appalti della Pubblica Amministrazione”.