“Bettino Craxi, insieme ad Andreotti e a Berlusconi, è stato uno dei grandi protagonisti della politica estera del nostro Paese. Ha fissato per il Partito socialista una posizione riformista e non sottomessa all’egemonia del Partito comunista. Nel mio partito convivono un’anima cattolica, una liberale e una riformista e credo che molti elettori del partito socialista di Craxi continuino a votare per Forza Italia”. Antonio Tajani, anche a nome del governo, prende parte ad Hammamet, in Tunisia, alla commemorazione in ricordo del leader socialista, nel 25esimo anniversario della scomparsa.
Tajani, che partecipava alla riunione del Partito popolare europeo a Berlino, ha voluto evidenziare che “è giusto che, come rappresentante del governo e come segretario di Forza Italia, vada a ricordare un personaggio politico ingiustamente perseguitato da una furia giustizialista del passato. Un uomo che ha dato molto alla politica italiana”.
Ignazio La Russa alla commemorazione di Craxi (X)
La Russa: “Il debito più grande, non aver impedito che morisse all’estero”
“Craxi, calmati i venti della cronaca, diventa un personaggio della Storia e come tutti i grandi personaggi della Storia può avere luci, può avere ombre ma non può essere più utilizzato da una parte o dall’altra a sostegno di tesi che incidano nell’attualità” ha invece sostenuto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, all’inaugurazione della mostra Volti del Novecento, ad Hammamet, al Centro Internazionale Dar Sebastien. Era presente anche Stefania Craxi, figlia dell’ex segretario del Partito Socialista italiano, scomparso il 19 gennaio 2000.
Stefania Craxi col presidente del Senato (@Ignazio_LaRussa)
“Credo che ormai, passato il tempo delle invettive – ha sottolineato ancora La Russa -, Craxi debba essere studiato come una grande figura della Storia. Quello che io sento il debito più grande, oltre a quello di un dibattito serio e sereno sulla sua figura, è quello di non avere impedito che morisse all’estero in esilio, non avere voluto che potesse curarsi in Italia. Fu questa, devo ammetterlo, la spinta che mi portò già all’inizio degli anni 2000 a venire a rendere omaggio a chi era morto esule. In quegli anni a chiamare Patria l’Italia eravamo veramente in pochi, mentre oggi siamo la maggioranza. Ma mentre eravamo in pochi fuori dall’arco costituzionale, al suo interno ce n’era solo uno, ed era Craxi” ha aggiunto la seconda carica dello Stato. Per cui oggi non solo non potevo dire no all’invito di Stefania, ma ho voluto dire sì. Perché lo sentivo come un momento anche di quella difficile pacificazione che tarda ad arrivare su tanti fronti. Ma questa è un’altra storia” ha concluso il presidente di Palazzo Madama.