Le foreste coprono 1/3 della superficie terrestre della Terra, sono l’ossigeno per il nostro Pianeta. Circa 1,6 miliardi di persone, tra cui oltre 2000 culture indigene, dipendono dalle foreste per i loro mezzi di sostentamento, medicinali, energia, cibo e riparo.
Le foreste sono gli ecosistemi più diversi biologicamente sulla Terra, dove vivono oltre l’80% delle specie di altri gruppi tassonomici. Eppure, nonostante tutti questi inestimabili benefici ecologici, economici, sociali e sanitari, la deforestazione a scala globale continua ad essere allarmante: 12 milioni di ettari di foreste vengono distrutti ogni anno. La deforestazione rappresenta il 12-20% delle emissioni globali di gas serra che contribuiscono al cambiamento climatico per circa 4,5 miliardi di tonnellate di anidrite carbonica.
Il 21 marzo si svolge annualmente la Giornata internazionale delle foreste per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza delle foreste per le persone e il ruolo vitale nell’eradicazione della povertà, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza alimentare.
In occasione di questa giornata la Direzione generale dell’economia montana e delle foreste del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, con la collaborazione dei Corpi e i Servizi forestali regionali, dà ufficialmente avvio alla Rete Nazionale dei Boschi Vetusti, istituita con decreto MASAF del 5 aprile 2023 per tutelare gli scrigni di naturalità più belli e più preziosi del patrimonio forestale italiano e per conservarli intatti per i cittadini del futuro.
Per boschi vetusti si intendono quelle aree forestali estese almeno 10 ettari in cui, grazie all’assenza di disturbo antropico persistente da oltre 60 anni, sono presenti tutti gli stadi evolutivi del bosco, ossia dalla fase di rinnovazione (e quindi presenza di piantine forestali e alberi giovani) alla senescenza (e quindi presenza di alberi maturi, alberi morti in piedi e alberi caduti a terra), con esemplari di notevoli dimensioni ed età, appartenenti a più specie arbore e arbustive autoctone e con un suolo (lettiera) ricco di sostanze organiche.
L’Italia è la prima nazione in Europa a creare una Rete Nazionale dei Boschi Vetusti, individuando ad oggi circa 60 boschi pronti per essere iscritti nella Rete Nazionale, con un potenziale di oltre 100 boschi vetusti iscritti entro un anno. Inoltre in una Sezione a parte della Rete Nazionale sono inserite anche le 13 Faggete Vetuste riconosciute dall’UNESCO patrimonio mondiale dell’umanità. In particolare il Bosco Vetusto d’Italia N.1 è l’abetina di Rosello, estesa per 211 ettari nella Val di Sangro, in provincia di Chieti: si tratta di un bellissimo e incantevole bosco misto con prevalenza di abete bianco associato al tasso, con presenza di maestosi faggi, cerri, aceri, frassini, tigli, carpini, agrifogli, sorbi e noccioli. Al suo interno si registra il secondo abete bianco più alto d’Italia (59 metri di altezza) e decine di esemplari appartenenti a specie arboree diverse aventi i requisiti naturalistici per il riconoscimento di alberi monumentali d’Italia.
comando Carabinieri a tutela delle foreste (Carabinieri)
21/03/2025
Anche i Carabinieri Forestali sono impegnati in una mirata e articolata attività di educazione ambientale con l’obiettivo di contribuire alla sensibilizzazione dei cittadini e della popolazione scolastica, sull’importanza primaria delle risorse forestali ai fini della conservazione e della sostenibilità della vita sulla Terra.
Il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri, tramite l’annesso Comando Carabinieri per la Tutela Forestale e dei Parchi e il Comando Carabinieri per la Tutela della Biodiversità, promuoverà e organizzerà incontri ed iniziative nell’intera penisola, con il coinvolgimento di altre amministrazioni, istituzioni, università, enti amministrativi regionali e locali, istituzioni scolastiche e associazioni ambientaliste, aventi lo scopo di indicare, tra l’altro, come le foreste aiutino a mantenere in salute l’aria, il suolo, l’acqua e la biodiversità animale e vegetale, nonché a mitigare le conseguenze del cambiamento climatico e del dissesto idrogeologico.
La piaga degli incendi boschivi rappresenta il fattore di maggiore criticità per il patrimonio forestale della nazione, al cui contrasto i Carabinieri Forestali dedicano un significativo impegno anche attraverso l’analisi del fenomeno e la mirata pianificazione delle azioni di prevenzione e repressione del relativo reato nelle aree maggiormente a rischio di incendi, in gran parte indotti dalla mano dolosa dell’uomo.