Il fenomeno potrebbe continuare a manifestarsi anche nei prossimi giorni. La foschia che oggi ha avvolto la Valle d’Aosta e le sue montagne arriva dal Canada. E dagli incendi, devastanti, che colpiscono le foreste del Paese, con oltre due milioni di ettari ridotti in cenere. Attualmente sono più di 200 i roghi attivi, oltre 100 sono ancora fuori controllo e i vigili del fuoco, supportati dall’esercito, non riescono a contenerli.
Le zone più vicine del Canada e degli Stati Uniti sono state avvolte da un denso fumo, composto da monossido di carbonio, vapore acqueo e particolato, con visibilità ridotta e allarme per la popolazione.
Le polveri sospese sono salite nell’atmosfera, a oltre 4mila metri sul livello del mare e, trasportate dai venti, hanno attraversato l’Atlantico e raggiunto l’Europa e la Valle d’Aosta. E nei prossimi giorni le traiettorie dei venti dal Canada dovrebbero essere favorevoli al trasporto verso l’Italia, con il fenomeno che potrebbe continuare.
Nelle stazioni di qualità dell’aria di Arpa Valle d’Aosta si è rilevata un aumento rapido dei valori di polveri sottili, in particolare nelle prime ore di questa mattina e alle quote più elevate. Nella stazione di piazza Plouves, ad Aosta, le concentrazioni di Pm 2.5 alle 8 sono balzate a 49 microgrammi per metro cubo dai 6 di ieri sera e quelle di Pm 10 a 54 dagli 11 microgrammi delle ore precedenti. Per poi dimezzarsi nelle ore successive. Mantenendosi comunque sotto i limiti di legge e ai livelli di una giornata invernale, con riscaldamenti e stufe accesi.
Ma, secondo alcuni studi, queste polveri, invecchiate nell’atmosfera e sottoposte all’azione dei raggi solari e di altre sostanze, potrebbero essere più tossiche rispetto a quelle sollevate nelle immediate vicinanze degli incendi.