Un nuovo allarme arriva dal Messico dove un uomo di 59 anni è morto per un virus aviario gemello, non si tratta dell’aviaria A/H5N1 ma del virus gemello A/H5N2. “È la prima volta che un sottotipo di questo genere ha provocato un caso mortale”, ci spiega il professor Calogero Terregino, responsabile del centro referenza italiano ed europeo per l’influenza aviaria dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie. “Quando succedono questi eventi di passaggio dagli animali, come abbiamo imparato con il Covid, dobbiamo monitorare molto attentamente la comunità attorno al primo caso, il monitoraggio degli esposti è fondamentale e in questo caso del Messico, dai dati che abbiamo, non ci sono stati casi secondari e questo è tranquillizzante”.
L’attività di sorveglianza in Europa: come ci proteggiamo?
“L’influenza aviaria del sottotipo H5D1 è diffusa in tutto i mondo tranne in Australia, c’è una diffusione globale del virus. In tutti i paesi esistono delle attività di sorveglianza che in Europa sono puntuali come anche in Italia dove abbiamo un piano di sorveglianza attivo tutto l’anno soprattutto nel periodo dove il virus circola maggiormente che è quello autunno inverno, quando arrivano gli uccelli selvatici migratori che trasportano i virus”.
Quali sono gli allevamenti più esposti?
“Gli allevamenti intensivi sono i più numerosi ma i più esposti sono quelli rurali perché più esposti ai contatti con gli uccelli selvatici”.