Giornata ad alta tensione per la politica regionale in Sardegna: il tribunale civile di Cagliari ha respinto il ricorso della presidente della regione Sardegna, la 5 stelle nuorese Alessandra Todde, contro l’ordinanza di decadenza emessa dal collegio regionale di garanzia elettorale e notificata lo scorso 3 gennaio per contestare alla presidente, comminandole una multa di 40mila euro, irregolarità nelle spese elettorali durante la campagna elettorale sfociata nelle regionali di febbraio 2025. Secondo i giudici della prima sezione, presidente Gaetano Savona, le violazioni contestate a Todde nella gestione delle spese elettorali non sono semplici irregolarità, ma “violazioni gravi e sostanziali,” tali da compromettere la trasparenza del processo. Si va dalla mancata apertura di un conto corrente dedicato come previsto dalla legge 515 del 1993 per garantire la trasparenza dei finanziamenti elettorali, alla mancata nomina di un mandatario elettorale, dalla omessa presentazione del rendiconto fino alla carenza di documentazione bancaria conforme alla normativa. I giudici rimandano poi la decisione finale sulla decadenza al consiglio regionale. La presidente Todde non intende dimettersi e ha annunciato che presenterà ricorso in appello contro la sentenza di oggi. “Le contestazioni non sussistono. La corte dei conti e la procura non hanno rilevato alcuna responsabilità. Siamo nel pieno delle nostre funzioni e continueremo a lavorare nell’interesse dei sardi”, dice Todde definendo “paradossali” alcuni passaggi della sentenza e accusando il centrodestra di voler “mettere le mani sulla Regione”. Sul piano giuridico, intanto, si attende un passaggio decisivo: il 9 luglio la corte costituzionale discuterà il conflitto di attribuzione sollevato dalla regione Sardegna, che contesta l’applicabilità della legge nazionale sulle cause di decadenza a una Regione a statuto speciale. Nel frattempo, si apre un fronte politico rovente. Il centrodestra chiede le dimissioni immediate della presidente, parlando di una “presidente politicamente decaduta che si aggrappa alla poltrona”, alla guida di una legislatura “fallita ancora prima di iniziare”. Il Movimento 5 Stelle, invece, si schiera senza esitazioni al fianco di Todde, a cominciare dal presidente Giuseppe Conte, che a gennaio aveva consigliato alla sua ex numero due di “citare per danni i giudici” che avevano firmato l’ordinanza. I vertici regionali parlano di “un attacco politico del centrodestra” e ribadiscono “piena fiducia nella presidente e nel suo operato”. In serata è arrivata anche la solidarietà del Pd, il primo partito della coalizione e il più importante alleato della presidente, con cui i rapporti sono al momento gelidi a causa dello strappo sulle nomine in sanità, a cui i Dem per protesta non hanno partecipato.
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