Sono il Wall Street Journal e il Miami Herald a ipotizzare, a breve, un possibile raid contro i siti militari venezuelani legati ai narcos. L’operazione contro il narcotraffico della Casa Bianca sarebbe finalizzata a colpire il ‘Cártel de los Soles’. E nonostante Donald Trump abbia smentito un’eventuale offensiva, la tensione nei Caraibi è palpabile. A tal punto che Trinidad e Tobago ha allertato il proprio esercito. La presenza della portaerei USS Gerald Ford è solo l’ultimo tassello del dispiegamento di truppe navali ordinato dal tycoon di fronte alle coste del Venezuela. Gli analisti credono di più a un attacco missilistico piuttosto che a un’invasione.
Secondo gli Stati Uniti, accusa sostenuta dal Segretario di Stato Marco Rubio, “Nicolás Maduro sarebbe a capo di un narco-Stato e del presunto ‘Cártel de los Soles’, che smercia stupefacenti negli Usa”. Accuse categoricamente respinte dal Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela. In questo contesto, il Pentagono ha schierato davanti alle coste venezuelane una flotta imponente tra cui la sopracitata USS Gerald Ford, oltre a cacciatorpedinieri dotati di sistemi Aegis, sottomarini e circa 4.500 Marines.
Il presidente venezuelano Nicolás Maduro parla durante una marcia per commemorare la “Giornata della Resistenza Indigena” a Caracas, il 12 ottobre 2025 (AFP)
Se un possibile attacco sarebbe mirato a decapitare la gerarchia del cartello, le fonti non confermano se Maduro stesso sia un obiettivo. Ora la partita si fa più ampia, con il presidente venezuelano che chiama in causa Mosca, Pechino e Teheran per sollecitare l’invio di aiuti militari. In caso di scontro tra Venezuela e Usa, Caracas verrebbe destabilizzata. È proprio a Vladimir Putin sarebbe stata sollevata la richiesta più forte. In una lettera si farebbe esplicito richiamo a una “cooperazione militare più ampia” per contrastare “l’escalation” statunitense. Al cinese Xi Jinping l’aiuto per una possibile aggressione Usa sarebbe stata posta come “un’azione contro Pechino a causa della nostra ideologia comune”.
La risposta della Russia è già arrivata. Un aereo Ilyushin IL-76, sanzionato dagli Usa per il commercio di armi e mercenari, è atterrato a Caracas dopo un volo tortuoso sopra l’Africa per evitare lo spazio aereo occidentale. Questo è avvenuto all’indomani della ratifica da parte di Mosca di un nuovo trattato strategico con Caracas, che include progetti di alto profilo come una fabbrica di munizioni Kalashnikov e miliardi di dollari di diritti di esplorazione per gas naturale e petrolio. Seguono le dichiarazioni di Maria Zakharova, Direttore del dipartimento informazione e stampa del Ministero degli esteri della Russia: “Mosca resta in contatto con le autorità venezuelane ed è pronta a rispondere alle loro richieste in modo adeguato”. Intanto il Ministro dei Trasporti venezuelano, Ramón Celestino Velásquez, ha coordinato una spedizione di un equipaggiamento militare avanzato dall’Iran, tra cui “dispositivi di intercettazione GPS” e droni con un raggio d’azione di 1.000 chilometri.
La strategia statunitense si fonda sulla narrativa di Maduro come capo di un “narco-Stato” e del presunto “Cartello dei Soles” che mira a inondare di stupefacenti gli USA. Il Segretario di Stato Marco Rubio, figura centrale nella campagna di pressione, ha sottolineato questa accusa, mentre il Pentagono ha schierato una flotta imponente, inclusa la portaerei USS Gerald R. Ford, cacciatorpediniere dotati di sistemi Aegis, sottomarini e oltre 4.500 Marines nell’area dei Caraibi.
In allerta la guardia costiera di Trinidad e Tobago (Afp)
Trinitad e Tobago – Stato insulare dell’America centrale caraibica, situata a nord-est del Venezuela, a poca distanza dalla costa continentale – ha emesso un allarme di “livello di allerta uno” con effetto immediato richiamando tutti a presentarsi alle rispettive basi. La vicinanza geografica con il Venezuela rende la piccola Repubblica estremamente vulnerabile a qualsiasi escalation militare amplificando il timore che l’arcipelago possa essere travolto da operazioni militari o dal flusso di disordini transfrontalieri.
