Un nuovo incendio ha colpito lo stabilimento ex Faber Village Beach sul lungomare Toscanelli di Ostia, confiscato anni fa alla criminalità organizzata. Le fiamme sono divampate intorno alle 21 di venerdì quando le persone erano ancora in spiaggia e hanno avvolto l’intera struttura, sprigionando una densa colonna di fumo visibile a distanza. I vigili del fuoco, sul posto con tre autobotti e il carro autoprotettori, hanno lavorato tutta la notte per domarlo. Non ci sono stati feriti, mentre si indaga per accertare le cause.
Ancora pochi giorni e il Comune di Roma avrebbe bandito la gara per affidare i locali a un nuovo gestore. Ora si indaga per capire quali siano state le cause del rogo.
È il secondo rogo in 4 mesi per la struttura affidata all’agenzia nazionale per i beni confiscati alla criminalità organizzata dopo che era stata sottratta al clan Fasciani. Insorgono i residenti che da tempo denunciavano lo stato di abbandono dei capanni divenuti rifugio per senza dimora.
Il Faber Village Beach era già stato devastato dalle fiamme nella notte tra il 19 e il 20 febbraio scorso.
“Ostia continua a essere colpita. Dopo il rogo dello scorso febbraio, le fiamme tornano a devastare lo stabilimento balneare Village, bene confiscato al clan Fasciani e simbolo del riscatto dalla criminalità. È il secondo incendio in pochi mesi, e l’ennesimo allarme che non possiamo più ignorare”, osserva la consigliera regionale del Partito Democratico Emanuela Droghei, che nei mesi scorsi aveva già denunciato lo stato di abbandono del litorale e la pericolosa escalation di episodi dolosi.
“Non si può più parlare di coincidenze. Siamo di fronte a un attacco sistematico che colpisce la libertà economica, la convivenza civile e la credibilità delle istituzioni. Ostia è diventata il bersaglio di una violenza mirata, che agisce nell’ombra per intimidire e riprendersi spazi che erano stati restituiti alla legalità. Per questo serve una risposta netta, unitaria e senza ambiguità – prosegue Droghei -. Le istituzioni tutte, le forze dell’ordine, la politica e le realtà sociali devono agire insieme per tutelare questo territorio, proteggere i beni confiscati e garantire sicurezza a chi lavora onestamente. Ostia non si arrende – conclude – ma ha bisogno di essere accompagnata da progetti concreti, presidio civile e istituzionale costante. Senza legalità, nessuna rigenerazione è possibile. E chi tace o minimizza, si rende complice dell’abbandono”.