L’ondata di incertezza ha colpito le stime di crescita italiane, è quanto emerge dal rapporto del World Economic Outlook pubblicato oggi.
Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso le stime di crescita per quanto riguarda l’Italia, a causa delle conseguenze dei dazi applicati sull’import da parte dell’amministrazione statunitense.
Il Fondo monetario internazionale (Fmi) prevede che i dazi innescati dal presidente Donald Trump e le misure di ritorsione adottate da altri Paesi peseranno sull’attività economica globale. È quanto riporta il World Economic Outlook (Weo), in cui gli esperti del Fmi tagliano le stime del Pil globale per quest’anno e per il prossimo. L’istituzione con sede a Washington si mostra cauta e definisce il report come una “previsione di riferimento” piuttosto che la sua consueta previsione “di base”, a causa della “complessità e fluidità del momento attuale”.
Per quanto riguarda l’Italia, per il 2025 la crescita è prevista allo 0,4%, pari a -0,3 punti percentuali rispetto alle precedenti previsioni di gennaio (+0,7%); per il 2026 il Fmi taglia la stima del Pil a +0,8%, ovvero -0,1 punti percentuali rispetto alla stima dello gennaio scorso (+0,9%).
Secondo il Fondo monetario internazionale, quest’anno l’inflazione media in Italia si attesterà l’1,7%, per poi accelerare al 2% nel 2026 (con un più 1,959% dei prezzi) per restare al 2% negli anni dal 2027 al 2030. Le stime emergono dalle tabelle aggiornate dal Fmi dopo l’ultimo World Economic Outlook.
I rischi per la stabilità finanziaria “sono significativamente aumentati, soprattutto inseguito alla stretta delle condizioni finanziarie globali”. Ma il Fmi sottolinea che “ulteriori correzioni sono possibili” sul mercato azionario americano, visto che le valutazioni dei titoli sono ancora elevate.
Tabella delle proiezioni del World Economic Outlook (www.imf.org)
“Dopo aver sopportato una serie prolungata e senza precedenti di shock, l’economia globale sembrava essersi stabilizzata, con tassi di crescita costanti ma deludenti. Tuttavia, il panorama è cambiato poiché i governi di tutto il mondo hanno riorganizzato le priorità politiche e le incertezze hanno raggiunto nuovi massimi. – si legge nel testo del report – Le previsioni per la crescita globale sono state riviste al ribasso rispetto all’aggiornamento del World Economic Outlook (WEO) di gennaio 2025 , riflettendo aliquote tariffarie effettive a livelli mai visti in un secolo e un contesto altamente imprevedibile. Si prevede che l‘inflazione globale complessiva diminuirà a un ritmo leggermente inferiore a quanto previsto a gennaio”.
A simboleggiare la difficoltà dell’operazione, il Fmi spiega di aver preso in considerazione le modifiche ai dazi doganali fino al 4 aprile e non necessariamente tutte le misure di ritorsione tra Pechino e Washington. Il Fmi stima che la crescita globale raggiungerà il 2,8% quest’anno, una revisione al ribasso di 0,5 punti percentuali rispetto alla precedente stima di gennaio. “Stiamo entrando in un periodo in cui il sistema economico globale che conosciamo da 80 anni sta subendo un riassetto. Ma oltre al massiccio aumento dei dazi, l’incertezza grava pesantemente sull’economia e, se continua, rallenterà la crescita globale”, ha avvertito l’economista capo del Fmi, Pierre-Olivier Gourinchas, in conferenza stampa presentando il rapporto.