Gli ispettori dello Spresal accedono alla ditta di autodemolizioni di Leinì, nel torinese. E nel cuore di un’altra tragedia sul lavoro, carica di dolore e tensione. Si chiamava Davide Rao, aveva cinquantacinque anni, di San maurizio Canavese. Dipendente esperto.
La dinamica dell’incidente
Questa mattina, martedì 16 settembre, aveva appena offerto il caffè ai colleghi, quando – secondo una prima ricostruzione – ha inserito le chiavi nel carro attrezzi. Ha acceso, senza però salire sul mezzo che purtroppo aveva la marcia inserita e si è mosso. Colpito dalla portiera, l’uomo è caduto ed è stato schiacciato dalla ruota anteriore. La morte sul colpo. Dinamica che le telecamere interne avrebbero documentato filtra dal titolare della ditta.
Tensione con la troupe Rai
Una trentina di dipendenti e, all’arrivo della nostra troupe, momenti di forte tensione. Mani sulla telecamera e minacce. Il profondo choc per la tragedia e la volontà di impedirne la documentazione, anche da parte dei titolari della ditta. Fino a spingerci con modi energici e minacce in auto. Prima delle scuse, dopo l’arrivo di un carabiniere.
La solidarietà dei Cdr della Tgr, Unirai e della direzione
Pur comprendendo la tensione e il grande momento di dolore – scrive il coordinamento dei Cdr della Tgr – condanniamo con forza i metodi utilizzati per impedire ai colleghi di fare il proprio lavoro e l’uso sempre crescente della violenza nei confronti degli operatori dell’informazione. È diritto-dovere dei giornalisti del servizio pubblico informare i cittadini, documentando con sensibilità e rigore ogni episodio di una strage diventata ormai quotidiana. Quella di Leinì è l’ennesima tragedia sul lavoro e ai familiari della vittima va la nostra vicinanza.
La Direzione della Tgr è al fianco delle sue giornaliste e dei suoi giornalisti, operatori e tecnici impegnati ogni giorno sul territorio per raccontare i fatti con correttezza e professionalità.
Anche Unirai “esprime solidarietà a Martino Villosio e alla troupe della Tgr Piemonte aggrediti oggi a Leinì mentre documentavano un incidente mortale sul lavoro. Non è accettabile che i giornalisti del servizio pubblico vengano minacciati e spintonati mentre svolgono la loro attività. Raccontare ciò che accade, anche nelle circostanze più dolorose, non è un abuso: è un diritto e un dovere professionale”.