“Sale ancora, ma con minore intensità, il numero di casi di sindromi simil-influenzali nella terza settimana del 2025”. Dal 13 al 19 gennaio, “il livello d’incidenza in Italia è pari a 15 casi per mille assistiti (14,4 nella settimana precedente). Probabilmente è stato raggiunto il picco stagionale”. Lo riporta l’ultimo bollettino della rete di sorveglianza RespiVirNet dell’Istituto superiore di sanità.
Il picco in arrivo
Nella settimana in esame i nuovi casi sono stati “circa 886.000, per un totale di circa 7.705.000 casi a partire dall’inizio della sorveglianza”. Mentre “nella scorsa stagione in questa settimana la curva dell’incidenza era nella fase discendente” dopo il superamento del picco, si legge nel report epidemiologico, “nella terza settimana del 2025 l’incidenza delle sindromi simil-influenzali è ancora in aumento e si attesta ad un livello di media intensità”. Dopo la brusca salita della settimana precedente la curva sembra piegarsi, a indicare appunto il possibile raggiungimento del punto massimo.
Incidenza in aumento nelle fasce di età pediatrica
“L’incidenza è in aumento solo nelle fasce di età pediatrica – si precisa nel rapporto – soprattutto nei bambini sotto i 5 anni di età, in cui l’incidenza è pari a 34,2 casi per mille assistiti (25,3 nella settimana precedente)”. Segue la fascia 5-14 anni con un’incidenza di 17,5 casi su mille (13,3/mille nella settimana precedente). Il dato è invece “stabile nei giovani adulti e negli anziani”.
Le regioni più colpite sono “Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo e Campania”, elenca l’Iss. Basilicata e Calabria non hanno attivato la sorveglianza epidemiologica.
Durante la settimana numero 3 del nuovo anno, risulta dal report virologico, la percentuale dei campioni risultati positivi all’influenza sul totale dei campioni analizzati risulta pari al 31%, stabile rispetto alla settimana precedente (31,8%). Nel dettaglio, su 3.023 campioni clinici ricevuti dai diversi laboratori afferenti alla rete RespiVirNet, 937 sono risultati positivi al virus influenzale, 742 di tipo A (365 di sottotipo H1N1pdm09, 192 H3N2 e 185 non ancora sottotipizzati) e 195 di tipo B. Tra i campioni analizzati, 202 (6,7%) sono risultati positivi per virus respiratorio sinciziale, 82 (2,7%) per Sars-CoV-2 e i rimanenti 421 sono risultati positivi per altri virus respiratori, di cui: 179 (5,9%) rinovirus, 110 (3,6%) coronavirus umani non Covid, 55 (1,8%) adenovirus, 32 metapneumovirus, 27 virus parainfluenzali e 18 bocavirus. “Ad oggi – conferma anche questa settimana l’Iss – sul portale RespiVirNet non è stato segnalato nessun campione positivo per influenza di tipo A ‘non sottotipizzabile’ per i virus influenzali stagionali e/o appartenente ad altro sottotipo, per esempio A/H5” dell’influenza aviaria.
Bassetti: “Ondata su ospedali ancora per 15 giorni. Sarà record di casi”
“Ci sono tantissime persone a letto con l’influenza, abbiamo numeri importanti ampiamente previsti. C’è da fare molta attenzione, ma le persone malate che poi si rammaricano di non essersi vaccinate dovrebbero sapere che il vaccino è vero che non è perfetto, ma se poi non lo si fa funziona zero. Quindi purtroppo il dato dei tanti casi è dovuto anche a chi non si è immunizzato per tempo. L’ondata di pressione dell’influenza durerà ancora questa settimana e la prossima su tutti i pronto soccorso, poi ci sarà una seconda ondata anche tra febbraio e marzo. Il clima rigido non aiuta, perché spinge le persone di più al chiuso ed è più facile che si contagino. La stagione attuale alla fine sarà peggio dello scorso anno: siamo già a 6,7 milioni di casi totali, arriveremo a 9 milioni questa settimana e a spanne chiuderemo a 15 milioni, superando la stagione passata” afferma Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova.
I rischi del paracetamolo
Il paracetamolo “può fare danni enormi se usato in modo scorretto” avverte Bassetti. Tra i principali problemi associati a un utilizzo eccessivo ci sono: danni epatici, con casi di transaminasi estremamente elevate; insufficienze cardiache e aumento della pressione arteriosa; ulcere, simili a quelle causate da altri antinfiammatori. Bassetti consiglia di utilizzare il paracetamolo solo in presenza di febbre alta (sopra i 38,5°C), con un dosaggio massimo di 500 mg per volta e senza superare i 2,5 grammi al giorno per un adulto.