«Non possiamo dire che siamo entrati in una fase definita di riduzione del costo del denaro. È molto probabile ma rimarremo strettamente dipendenti dai dati e sappiamo che ci saranno ostacoli lungo il percorso». Parole di Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea. Il taglio è arrivato come da attese, il tasso di riferimento principale passa dal 4,50 al 4,25%. Tuttavia non ci sono state rassicurazioni circa nuove riduzioni.
Nell’area euro, «malgrado i progressi degli ultimi trimestri, persistono forti pressioni interne sui prezzi poiché la crescita delle retribuzioni è elevata», ha detto, e dunque «l’inflazione resterà probabilmente al di sopra dell’obiettivo fino a gran parte del prossimo anno». Parole diverse rispetto a quelle della conferenza stampa di aprile, quando aveva indicato che l’inflazione avrebbe visto delle «fluttuazioni attorno ai livelli attuali, prima di scendere al nostro obiettivo (del 2%, ndr) a metà del 2025».
Il mercato sembra aver reagito di conseguenza. Dopo l’annuncio e la conferenza stampa sono saliti i titoli delle banche: +2,13% per l’indice del settore, che quello che più è favorito da tassi alti. Mentre scendono di mezzo punto in media le utilities, più invece penalizzate da interessi elevati.
Nel complesso l’indice principale di Piazza Affari si è rafforzato. Alle 16 segna +0,86%. Attorno a +0,4% gli indici di Francoforte e Parigi.
Sul fronte dei titoli di Stato, salgono i rendimenti: +7 punti base per quello del Btp italiano decennale, è al 3,87%, lo spread con il Bund tedesco è stabile (+1 punto base, a quota 132).
Negli Stati Uniti quasi invariato l’indice S&P500 (+0,03%) dopo il record di ieri. Scende dalla vetta Nvidia (-1.94%), che ieri aveva sfondato il tetto dei 3.000 miliardi di dollari di capitalizzazione).
A Piazza Affari in evidenza Iveco, +3,5%, dopo l’indiscrezione di stampa secondo cui Leonardo (+0,17%) starebbe preparando un’offerta per Iveco Defence Vehicles, la divisione dei veicoli corazzati e per la difesa di Iveco.