Per il ponte sullo Stretto quella di oggi sarà una delle giornate più importanti da quando il governo, e il ministro Salvini in particolare, lo hanno voluto riproporre. La sezione di controllo sugli atti del governo della Corte dei Conti dovrà decidere se approvare o meno la delibera del Cipess dello scorso agosto, che ha dato via libera a al gigantesco progetto infrastrutturale e che impegna 13,5 miliardi di euro di denaro pubblico.
I molti dubbi della Corte
La delibera del Cipess (il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile) non arriva sul tavolo dei magistrati contabili sotto i migliori auspici: il magistrato delegato, Carmela Mirabella ha evidenziato una lunga serie di dubbi. A partire da quelli sulla competenza dell’organo che ha deliberato il via libera, il Cipess, ritenuto un organismo che ha agito in modo “politico”; sulla coerenza tra il quadro economico e le coperture pluriennali e poi sul rispetto delle norme ambientali e sulle regole europee sul superamento del 50% del costo iniziale, passando per il mancato coinvolgimento in fase di valutazione del Consiglio superiore dei lavori pubblici e dell’Autorità dei trasporti. “La politica si è sostituita ai soggetti competenti”, ha sintetizzato la consigliera Mirabella.
e l’ottimismo di Salvini
Matteo Salvini, che del progetto ha fatto una bandiera politica, ha mostrato ottimismo: “La Corte dei Conti verifichi pure, ma i cantieri devono partire a novembre”. Anche la società Stretto di Messina Spa, rinata nel 2023, ha assicurato che tutti i documenti richiesti sono stati forniti “in modo puntuale”.
I rischi di una forzatura
La decisione dei magistrati contabili riguardo alla delibera del Cipess è attesa entro giovedì. Se la Corte si dirà soddisfatta dai chiarimenti chiesti al governo e confermerà la legittimità della delibera, questa entrerebbe immediatamente in vigore e Salvini avrebbe avuto ragione ad essere ottimista. Se invece la Corte dovesse ritenere insufficienti le spiegazioni e negare la ‘bollinatura’, il Governo avrebbe due possibilità: o la delibera finisce in un cassetto e questo progetto verrebbe accantonato, oppure in base alle normative vigenti (una norma del 1934), potrebbe forzare la mano e andare avanti comunque.
In questo caso si aprirebbe un problema politico per Salvini, che dovrà convincere gli altri colleghi di Fratelli d’Italia e Forza Italia ad approvare la spesa da 13,5 miliardi senza il parere favorevole della Corte dei conti. Sarebbe una mossa anche giuridicamente rischiosa: senza il visto di legittimità della Corte si darebbe la stura ad una valanga di ricorsi al TAR, alla Corte Costituzionale, per arrivare alle Corti europee: il progetto verrebbe comunque messo in discussione.
Intanto, a Messina, comitati e associazioni preparano la manifestazione No Ponte del 29 novembre. “Vogliamo dare l’ultima spallata a un progetto di cemento e acciaio che minaccia i nostri territori da troppi anni”, dicono gli organizzatori.
