La Corte dei Conti ha inferto un duro colpo al progetto per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, negando il visto di legittimità sulla delibera CIPE. La decisione, basata su rilievi che sollevano dubbi sulla sostenibilità economica e il rispetto delle normative ambientali europee, ha innescato uno scontro politico a tutto campo, con la netta contrapposizione tra il Governo, che vuole proseguire, e le Opposizioni, che parlano di una bocciatura definitiva.
Governo e maggioranza: l’impegno a proseguire
La reazione del Governo è stata di ferma condanna nei confronti della decisione della magistratura contabile. Il Vicepremier e Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini (Lega) ha definito il “no” della Corte dei Conti un “grave danno per il Paese” e ha ribadito l’impegno a proseguire con l’opera, garantendo che l’iter non subirà ritardi.
La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) si è allineata sulla stessa posizione, criticando l’operato dei giudici contabili come un “ennesimo atto di invasione”, in una linea che vede la realizzazione del Ponte come una priorità strategica per il Mezzogiorno. La società Stretto di Messina S.p.A., pur rispettando l’organo di controllo, ha assicurato che fornirà immediatamente tutti i chiarimenti e la documentazione richiesta per superare i rilievi.
Giorgia Meloni, Matteo Salvini (Ansa)
L’opposizione: Conte e Schlein all’attacco, Calenda invita alla responsabilità
L’opposizione ha accolto la decisione come una piena convalida delle proprie riserve e dei timori, trasformando il rilievo tecnico in una bocciatura politica dell’Esecutivo.
Il Presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha rincarato la dose: in passato aveva già definito l’infrastruttura una “follia” e un “progetto scellerato”, ribadendo che il “no” all’opera non è ideologico, ma “motivato dal fatto che qui non c’è interesse pubblico né alcuna utilità”. Conte ha più volte contestato che per finanziare l’opera si sottraggano risorse di coesione e sviluppo necessarie per le regioni meridionali.
La Segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha rafforzato la posizione della sinistra, definendo il Ponte un “progetto sbagliato, anacronistico, dannoso e dispendioso”. Schlein ha sottolineato che la decisione della Corte conferma che l’opera è “piena di incertezze” su aspetti cruciali, e accusa il Governo Meloni di portare avanti il progetto con una “fretta elettorale che non ha a cuore il vero destino di questa comunità”. “Meloni con le sue gravi affermazioni contro la Corte dei conti – prosegue Schlein – chiarisce il vero obiettivo della riforma Costituzionale. Non è una riforma che serve a migliorare la giustizia, né serve agli italiani. Serve a questo governo per avere le mani libere e mettersi al di sopra delle leggi e della Costituzione”.
Conte, Schlein, Fratoianni (Rainews.it)
15/02/2025
Una voce critica ma più istituzionale è arrivata dal leader di Azione, Carlo Calenda. In un post su X, Calenda ha definito le reazioni della maggioranza come “pericolose e scomposte”, ricordando che “La Corte dei Conti è un organo tecnico e separato dalla politica”. Ha concluso con un monito: “Se solleva dei dubbi occorre entrare nel merito. Imbarcarsi in un’operazione sballata sarebbe un disastro finanziario”.
A questi si aggiunge la posizione di Riccardo Magi di +Europa, che in sintesi ha commentato come l’intera operazione sul Ponte sia un “film già visto” in Italia, e che, pur diventando legge, difficilmente diverrà realtà, minimizzando di fatto le possibilità di realizzazione.
A completare il fronte critico, Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) e gli esponenti del Comitato No Ponte hanno parlato di un vero e proprio stop all’opera, con Fratoianni che accusa la Lega di agire contro l’unità nazionale.
