
E’ in bilico la maxi stretta sulle pensioni in legge di Bilancio. Da cui intanto spariscono sia la norma sui contanti sia quella sull’oro. La manovra marcia a fatica in Senato. E mentre arrivano i primi voti, emergono sia dettagli sulla previdenza che resistenze in maggioranza. Al momento il maxi emendamento del governo, presentato martedì, sposta in avanti la finestra per chi vuole uscire a 42 anni e 10 mesi di contributi: i tre mesi di attesa, tra maturazione dei requisiti e uscita definitiva, dovrebbero diventare 4 dal 2032 e 6 dal 2035. Aiuterà i conti dell’Inps.
La seconda stretta è sul riscatto della laurea. Chiunque vorrà pagando tramutare in contributi gli anni d’università, dal 2032 potrà riscattare 6 mesi in meno, ben 30 dal 2035. Allo stesso costo. Sarà dunque meno attraente. Attenzione. Tutti i nuovi requisiti poi dovrebbero adeguarsi all’aumento dell’aspettativa di vita. Di sicuro in legge di Bilancio l’esecutivo cala misure per 3,5 miliardi. Senza toccare deficit e debito.
Le coperture arriveranno per lo più da un maxi anticipo di cassa delle assicurazioni e da risorse prima destinate al Ponte sullo Stretto. A cosa serviranno? Il grosso andrà in incentivi alle imprese. Quelli di Transizione 5.0, quelli per chi vuole investire nella ZES unica e si rimpinguerà il fondo sul caro-materiali nell’edilizia.
Ultimi due capitoli: sparisce l imposta speciale, da 500 euro, sui pagamenti in contanti dai 5 a 10mila euro. Secondo: non ci sarà più alcuna norma sulle riserve auree della Bankitalia.