
L’emendamento del governo alla legge di Bilancio, annunciato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ridefinisce una manovra da circa 3,5 miliardi di euro intervenendo su più fronti: dagli incentivi alle imprese alla previdenza complementare, dalla rimodulazione del Pnrr alle coperture finanziarie che coinvolgono anche il settore assicurativo.
Una delle principali novità riguarda la proroga delle agevolazioni per gli investimenti legati alla trasformazione tecnologica e digitale. Gli incentivi per la Transizione 4.0 e 5.0 vengono estesi fino al 30 settembre 2028, ma con due cambiamenti rilevanti: viene eliminata la maggiorazione prevista per gli investimenti “green” e l’accesso ai benefici viene subordinato alla condizione che i beni acquistati siano prodotti all’interno dell’Unione europea. Allo stesso tempo, iperammortamento e superammortamento diventano triennali per le imprese che investono in beni strumentali.
Sul fronte delle grandi opere, l’emendamento interviene anche sul Ponte sullo Stretto di Messina. Alcune risorse inizialmente previste per il 2025 vengono rinviate al 2033, senza però modificare l’ammontare complessivo dei fondi autorizzati: una scelta che sposta nel tempo la spesa, ma non ridimensiona il progetto.
Un capitolo importante riguarda la previdenza. Dal 1° luglio 2026, i lavoratori dipendenti del settore privato alla prima assunzione saranno automaticamente iscritti a una forma di previdenza complementare, con la possibilità di rinunciare entro sessanta giorni. Viene inoltre ampliata la platea delle aziende obbligate a versare il Tfr al fondo presso l’Inps, rafforzando il ruolo pubblico nella gestione di queste risorse.
Per quanto riguarda le coperture, l’emendamento prevede un contributo da 1,3 miliardi di euro a carico delle assicurazioni. La misura introduce un meccanismo di versamento anticipato pari all’85 per cento del contributo dovuto sui premi delle assicurazioni di veicoli e natanti relativi all’anno precedente. Dal 2027 il sistema dovrebbe andare a regime, senza generare maggior gettito aggiuntivo.
Le scelte del governo sono state criticate dall’opposizione. La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha parlato di una manovra che “taglia sui servizi pubblici essenziali, come sanità, scuola e trasporti”, sostenendo che l’unica voce destinata a crescere in rapporto al Pil sarà la spesa militare. Secondo Schlein, l’impegno a portarla al 5 per cento del Pil – richiesto dagli Stati Uniti – rischia di compromettere il futuro dello Stato sociale italiano.