“Torno qui oggi con qualche ruga in più e con responsabilità sulle spalle che da ragazza non avrei mai immaginato che un giorno avrei avuto. E torno per assumermi un impegno solenne: e cioè fare la mia parte perché venga trasmesso ai nostri figli quel testimone del ricordo che voi, con la vostra tenacia e il vostro coraggio, il vostro orgoglio, avete consentito che ci venisse consegnato; perché i nostri figli a loro volta lo trasmettano ai nostri nipoti affinché la memoria di ciò che è accaduto, in barba a chi avrebbe voluto nasconderlo per sempre, non svanisca invece mai”: lo dice con solennità la premier Giorgia Meloni dalla Foiba di Basovizza, sul Carso, il suo “luogo del cuore”, come lo definisce in occasione della Giornata del Ricordo delle vittime istriane e dalmate uccise o esiliate dalla persecuzione comunista titina.
“Sono venuta molte volte qui, da ragazza, quando farlo era essere additati, accusati, isolati. E sono tornata da adulta a celebrare finalmente quel giorno del ricordo che spazzava via una volta per tutte la congiura del silenzio che per imperdonabili decenni aveva avvolto la tragedia delle foibe e il dramma dell’esodo nell’oblio dell’indifferenza” aggiunge Giorgia Meloni. E prosegue: “Sono venuta diverse volte nella mia vita, qui a Basovizza, a rendere omaggio a questo sacrario e ogni volta me ne sono andata con qualcosa di più nel cuore, è un luogo del cuore che dona sempre qualcosa di prezioso, una immagine, una emozione una storia da raccontare”.
“Siamo qui a chiedere ancora perdono a nome delle istituzioni di questa Repubblica per il colpevole silenzio che per decenni ha avvolto le vicende del nostro confine orientale e per rendere omaggio a tutti gli istriani, i giuliano-dalmati che per rimanere italiani decisero di lasciare tutto, case, beni, terreni, per restare con l’unica cosa che i comunisti titini non potevano togliere loro, e cioè l’identità” prosegue poi Giorgia Meloni nel suo intervento. “Uno dei padri della nostra nazione, Giuseppe Mazzini, diceva che la patria è la famiglia del cuore; allora voi che quella patria avete difeso e costruito, siete la nostra famiglia. Siete madri e padri, sorelle e fratelli, nonni, zii, cugini e i vostri ricordi sono i nostri ricordi, le vostre lacrime sono le nostre lacrime, le vostre storie sono le nostre storie”.
“Alle vittime delle foibe e agli esuli tutti, italiani due volte, per nascita e per scelta. Grazie. L’Italia onora il vostro sacrificio” incide, la presidente del Consiglio, sull’album delle presenze dopo aver visitato il centro di documentazione del Monumento nazionale di Basovizza. “Su questa Patria giura e farai giurare che sarete sempre, ovunque e prima di tutto, italiani”.