Le risposte sulla fine del Bayesian restano inabissate a 49 metri di profondità, rinchiuse nel veliero colato a picco nella notte tra il 18 e il 19 agosto nel golfo di Porticello, di fronte alla costa palermitana, intrappolando sul fondale marino le vite di 7 delle 22 persone a bordo. Tra loro Mike Lynch, tycoon inglese del settore tecnologico. I suoi rapporti con le intelligence internazionali, gli hard disk dai quali non si separava mai, i possibili documenti riservati hanno alimentato suggestioni sul naufragio, causato non solo dalla tromba d’aria. Le ipotesi spaziano dagli errori umani a quelli di progettazione: un albero in alluminio di 72m, considerato da alcuni esperti sovradimensionato, l’apertura dei portelloni da cui potrebbe essere entrata l’acqua, i dati del tracciamento satellitare, il comportamento dell’equipaggio. In 3 sono indagati dalla procura di Termini Imerese per omicidio plurimo e naufragio colposi, a partire dal comandante, il neozelandese James Cutfield. In ballo risarcimenti da circa 150 milioni di euro. Il veliero è poggiato sul fondale con 18 mila litri di carburante nella pancia, per recuperarlo occorreranno almeno altri 3 mesi, poi potrà emergere anche la verità.
Le risposte sulla fine del Bayesian restano inabissate a 49m di profondità
Di Sala Notizie1 min di lettura
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