Il decreto legge sulle liste d’attesa è “in stallo” e “in sei mesi è stato approvato solo 1 dei 6 decreti attuativi. Dunque, benefici ancora lontani per milioni di pazienti e tempistiche incerte”. Lo afferma il presidente della Fondazione GimbeNino Cartabellotta, esprimendo “preoccupazione per i significativi ritardi nell’adozione dei decreti attuativi previsti dal DL 73/2024 sulle liste d’attesa convertito dalla Legge 107/2024”.
“Nonostante le dichiarazioni istituzionali sottolineino progressi nell’attuazione delle misure volte ad abbattere i tempi di attesa – afferma Cartabellotta – l’analisi indipendente della Fondazione evidenzia una situazione ben diversa. A sei mesi esatti dalla conversione in legge del DL liste di attesa si registra uno stallo che paralizza l’attuazione delle misure previste dalla norma, ritardando un provvedimento cruciale per risolvere i problemi dei cittadini”.
Il DL sulle liste d’attesa prevede, ricorda la fondazione Gimbe, almeno sei decreti attuativi. Al 29 gennaio 2025, secondo quanto riportato dal Dipartimento per il Programma di Governo, “risulta approvato un solo decreto attuativo. Degli altri, tre sono già scaduti (due da quasi 4 mesi e l’altro da quasi 5 mesi) e per due non è stata definita alcuna scadenza”.
“L’analisi – sottolinea inoltre Cartabellotta – dimostra che non è possibile prevedere con certezza i tempi di attuazione di tutti i decreti attuativi. In particolare, desta molte perplessità quello relativo al superamento del tetto di spesa per il personale sanitario: infatti, oltre alla mancanza di una scadenza definita, dopo la sperimentazione 2022-2024 la ‘nuova metodologia’ Agenas per stimare il fabbisogno di personale non è ancora stata approvata. Questo è uno step cruciale perché a cascata condiziona l’intero art. 5 del DL liste di attesa, quello di fatto più rilevante perché vincola l’assunzione di personale sanitario”.
In definitiva, conclude il presidente Gimbe, “le riforme annunciate restano un esercizio retorico se non tradotte in azioni concrete, mentre il raggiungimento di risultati parziali è solo una magra consolazione politica, priva di reali benefici per la società”.