Il caso della giornalista italiana Cecilia Sala arrestata in Iran, ha riaperto la ferita di Alessia Piperno la blogger italiana che fu imprigionata mentre era nella Repubblica islamica dell’Iran nel 2022. Ne uscì dopo 45 giorni dopo un intenso lavoro diplomatico. Lo stesso che si è avviato in queste ore per la giornalista del Foglio e Choramedia.
Abbiamo raggiunto Alessia Piperno nella sua residenza romana e le abbiamo chiesto che cosa ha provato alla notizia dell’arresto della giornalista.
Da questa mattina, da quando ho appreso la notizia dell’arresto di Cecilia non riesco a pensare ad altro, per me è un doloroso salto nel passato, capisco quello che sta passando, la paura che sta provando e mi sento molto vicina a lei in questo momento.
Cosa ricorda di quei giorni che lei definì spaventosi?
Di quei giorni ricordo ogni dettaglio, sono giorni che non si possono dimenticare. Quello che posso dire è che l’Italia non si dimentica dei suoi cittadini e sono fiduciosa, certa che non si dimenticheranno neanche di lei e che la riporteranno a casa nel più breve tempo possibile.
Qual è in questo momento il ruolo che la stampa può avere per facilitare la liberazione?
Il ruolo della stampa può essere importante, è riuscita a parlare due volte con la famiglia, da quello che sto leggendo, il fatto che l’ambasciatrice Paola Amadei (ndr) sia andata a trovarla è già un ottimo segnale, io ho aspettato molto di più, quindi spero che possa essere un buon segno. Le cose si stanno forse mettendo meglio rispetto a quando ci sono stata io a Evin.
C’è anche da dire che Cecilia Sala è stata arrestata in un momento diverso dal mio: era il 2022 e si era nel pieno della protesta per Mahsa Amini. C’erano tante persone in carcere in quei giorni e tutto era rallentato perché c’erano molte persone in prigione e molti interrogatori. C’erano anche diversi ostaggi europei nelle prigioni iraniane, ora è diverso.
Poi Sala ha chiesto un visto giornalistico che le è stato approvato e dunque non ha fatto nulla di sbagliato. Stava facendo il suo lavoro giornalistico e loro lo sapevano e non si capisce perché abbiano dovuto arrestarla.
Se potesse lanciarle un messaggio cosa direbbe a Sala?
Unica cosa che vorrei fare è poterla abbracciare, lì ci si sente davvero soli, io non potevo parlare con nessuno, non parlavo il persiano ed ero sola, vorrei sedermi accanto a lei non potrei fare altro in situazioni come queste anche perché è al di fuori del nostro controllo e non sta purtroppo solo a noi decidere. Non ci sono parole ma solo idealmente le sono accanto.