Si ferma la protesta pro-Palestina degli studenti all’università Bicocca di Milano.
Dopo il malessere di una ragazza al quarto giorno di sciopero della fame, gli studenti hanno deciso di interrompere la protesta iniziata lo scorso 22 maggio con l’obiettivo di ottenere dalla rettrice e presidente Crui, Giovanna Iannantuoni, un incontro pubblico per parlare delle collaborazioni tra gli atenei italiani e quelli israeliani.
La giovane, che insieme a un compagno a cui era incatenata all’interno dell’università era in sciopero della fame da mercoledì, nella prima mattina di oggi è stata soccorsa dal 118. Il collettivo ha condiviso sui social le immagini dell’intervento sanitario, ribadendo alla rettrice la richiesta di un incontro. “E’ arrivata l’ambulanza, ma non una risposta”, lamentano gli studenti, che convocano una conferenza stampa per martedì 28 maggio.
“All’inizio del quarto giorno di sciopero della fame, al rettorato della Bicocca arrivano ambulanza e operatori sanitari a causa dell’evidente peggioramento delle condizioni fisiche degli studenti in sciopero della fame, mentre prosegue il silenzio della rettrice Giovanna Iannantuoni, incurante dello stato di salute dei suoi studenti che chiedono un un incontro pubblico”, scrivono sui social gli attivisti di Cambiare Rotta Milano.
“Dopo mesi di mobilitazione, culminati con l’Intifada studentesca e lo sciopero della fame in rettorato – aggiungono – i fatti di stamattina rappresentano al meglio il vero volto dell’istituzione universitaria: dietro una retorica che dipinge le università come luoghi di dialogo, confronto e democrazia e che racconta gli studenti da mesi in mobilitazione come una minoranza di violenti, l’università, terreno strategico per le classi dirigenti, specialmente in un contesto segnato da una tendenza generalizzata al conflitto, è del tutto sorda rispetto alle rivendicazioni studentesche”, attaccano sui social e in una nota i ragazzi di Cambiare Rotta, chiedendosi infine “Di chi è la violenza? Di studenti in sciopero della fame per chiedere un incontro o dell’università che nega il dialogo?”.