Un altro tassello importante si aggiunge al ‘puzzle’ con cui si confrontano gli inquirenti che indagano sulla donna intorno ai 30 anni e la neonata di 6-8 mesi, madre e figlia, trovate morte sabato pomeriggio a Roma, all’interno di villa Pamphili.
Dai primi esiti delle analisi tossicologiche, effettuate nell’ambito dell’autopsia, è emerso che la donna non faceva uso di sostanze stupefacenti, in particolare delle droghe più comuni come l’eroina. Le verifiche proseguiranno con esami più approfonditi per accertare la presenza nel corpo della vittima di altri tipi di droghe, anche quelle sintetiche. Gli inquirenti, intanto, hanno inviato le sue impronte digitali e il profilo Dna anche alle banche dati estere nel tentativo di identificarla.
Ma c’è di più. Secondo quanto riportato da ‘il Corriere della Sera’, sarebbe stato ritrovato un abitino rosa probabilmente appartenente alla piccola, mentre alcuni dettagli rinvenuti sul corpo della donna, come lo smalto sulle unghie e le gambe depilate, rivelano che fosse una persona curata.
Verifiche negli ospedali italiani
Intanto proseguono senza sosta le indagini della Polizia sulla tragica scoperta avvenuta sabato scorso in uno dei parchi storici della capitale. Gli inquirenti hanno allargato le verifiche a tutti gli ospedali d’Italia nel caso dovessero arrivare elementi utili per l’identificazione delle due vittime. Obiettivo di chi indaga è capire se la donna abbia partorito in Italia la piccola che ha una età apparente di circa sei mesi. Le ricerche svolte nei nosocomi di Roma hanno, infatti, dato esito negativo. Chi indaga, coordinato dal sostituto Antonio Verdi, non esclude comunque che il parto possa essere avvenuto all’estero.
La speranza di identificare madre e figlia neonata, trovate cadaveri, è appesa anche ad alcuni tatuaggi.
I primi esiti del test sul Dna
Le verifiche investigative infatti sono state intensificate dopo alcune segnalazioni arrivate al numero di emergenza 112, in seguito alla diffusione delle immagini dei tatuaggi presenti sul corpo della donna. L’identificazione è ora ufficiale: la donna e la bambina erano madre e figlia. La conferma è arrivata attraverso i risultati del test del Dna, comunicati dalla Procura di Roma e dagli inquirenti che stanno conducendo l’inchiesta, attualmente aperta per duplice omicidio aggravato.
Secondo le prime ipotesi, la donna potrebbe essere deceduta a causa di un malore. In base a una ricostruzione degli inquirenti, ancora tutta da verificare, il compagno della donna, presente con lei e la bambina nel parco, avrebbe potuto agire in preda al panico strangolando la piccola. Il corpo della bambina, secondo quanto riferito dal medico legale, presenta evidenti segni di strangolamento.
Tatuaggi donna morta Villa Pamphili (Polizia di Stato)
I tatuaggi sul corpo della donna
La donna e la bambina, secondo quanto ricostruito finora, avrebbero vissuto all’interno della villa, in un giaciglio di fortuna per trascorrere la notte.
Gli inquirenti e gli investigatori della polizia scientifica stanno effettuando dei riscontri sui tatuaggi presenti sul corpo della donna: un surf portato da uno scheletro, ali di uccello stilizzate con un fregio rosso, foglie intrecciate con in mezzo una stella pendente. Le verifiche, da parte della polizia scientifica, potrebbero contribuire a confermare l’identità della signora.
Le segnalazioni arrivate al vaglio degli inquirenti
Le indagini si stanno concentrando anche su alcune testimonianze ritenute attendibili. Tre ragazzi avrebbero visto un uomo con un cappellino a visiera che teneva in braccio una bambina, una donna ha confermato di aver osservato la stessa scena dall’auto. Questi elementi sono ora al vaglio della Squadra Mobile e della Polizia Scientifica, impegnate in un nuovo sopralluogo a Villa Pamphili alla ricerca di ulteriori prove.
Gli investigatori stanno esaminando i casi di suicidio in Italia avvenuti nelle ore successive al ritrovamento dei corpi. Non si può escludere il fatto che l’uomo responsabile dell’omicidio della bimba possa essersi tolto la vita.
Tanti punti ancora da chiarire
Il primo esame autoptico sul corpo della donna e della bambina, di età compresa tra 6 e 12 mesi, “non ha restituito un quadro chiaro delle cause del decesso”. Il medico legale si è riservato. Dai primi accertamenti, non è escluso che la bambina sia stata strangolata.
Un puzzle complesso che ora dopo ora prende forma: un vero e proprio rompicapo per gli investigatori, impegnati a dare un’identità alle due vittime e a individuare l’autore, o gli autori, di quello che per la Procura è al momento un duplice omicidio aggravato.
Tatuaggi donna morta Villa Pamphili (Poliizia di Staot)
I due corpi ritrovati sabato 7 giugno
I corpi della donna e della bimba sono stati trovati nel pomeriggio di sabato 7 giugno a Villa Pamphilj, uno dei polmoni verdi della Capitale.
Al vaglio le testimonianze e le immagini delle telecamere ad ampio raggio che potrebbero aver immortalato lungo il tragitto chi ha portato i corpi nel parco. I poliziotti della Squadra Mobile stanno cercando un uomo che, qualche ora prima del ritrovamento dei corpi era stato visto aggirarsi nel parco con qualcosa in braccio, forse il corpo senza vita della bambina. Dai primi rilievi però non si sarebbero individuati segni di trascinamento nell’area dove sono stati trovati i corpi.
Tra le ipotesi che gli investigatori della Squadra Mobile della polizia stanno portando aventi, quella di un duplice omicidio avvenuto in un contesto di degrado. Forse tra senza fissa dimora.
Il degrado in uno dei parchi più belli di Roma
La tragedia ha riportato anche l’attenzione sul grave stato di degrado in cui versa l’area verde considerato uno dei ‘polmoni di Roma’. Marco Doria, discendente della famiglia nobiliare a cui in passato appartennero i terreni della villa, ha espresso il suo dolore e la sua rabbia: “Vedere questo posto legato a fatti così tragici mi spezza il cuore. C’è abbandono, degrado, una totale mancanza di controllo”.
Doria, che nel 2018 fu nominato presidente del tavolo per la riqualificazione delle ville storiche, ha denunciato il fallimento degli interventi proposti: “Avevo istituito un mio ufficio proprio qui, a mie spese. Chiesi telecamere, presidio costante, ma mi dissero che non c’erano fondi. Oggi tutto è chiuso, abbandonato”. Il principe ha anche raccontato la drammatica realtà del parco, che la notte si trasforma in un girone infernale costituito da prostituzione, tossicodipendenza, accampamenti abusivi nelle serre, dove a far da cornice e ad acuire ancora di più il dramma ci sono rifiuti ovunque. “Sotto al ponte che collega le due parti della villa vive chiunque. È uno scempio, e tutto questo contribuisce a creare un terreno fertile per tragedie come quella avvenuta”.
Dal sindaco di Roma una corona di fiori
“Ieri, insieme al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, abbiamo deposto un mazzo di fiori nel luogo dove, a Villa Pamphilj, sono stati ritrovati i corpi della donna e della bambina neonata”, fa sapere, con una nota, Elio Tomassetti, presidente del Municipio XII, che aggiunge: “Ancora oggi non conosciamo i loro nomi né la loro storia, ma era doveroso che Roma rendesse loro omaggio, con rispetto e umanita’. E’ stato un gesto semplice e doloroso, un piccolo segno di vicinanza e di memoria per testimoniare che nessuna vita può e deve essere dimenticata”.
Una testimonianza
“Molti cancelli sono rotti, molti sono scavalcabili, non è impossibile entrare di notte” ha spiega all’AGI una dipendente di un Bistrot rimasto aperto per un evento privato nella serata del 6 giugno, quella precedente al ritrovamento dei due corpi. La giovane, continuando il racconto, ha spiegato: “Purtroppo c’è una vita notturna che non avete idea in Villa Pamphilj nonostante il parco dovrebbe essere chiuso. Tantissime volte si sentono delle urla anche alle 20.30/21.00 e abbiamo dovuto chiamare la polizia”.
Il ritrovamento dei corpi
Il ritrovamento della donna è avvenuto ad opera degli inquirenti nel corso delle primissime indagini scattate dopo che alcuni passanti, intorno alle 16 di sabato scorso, avevano chiesto l’intervento delle forze dell’ordine dopo avere notato il corpo della piccola.
Il corpicino era adagiato vicino a una siepe, nella vegetazione non distante dalla Fontana del Giglio, sul lato della villa che affaccia su via Leone XII. A una distanza di circa 100 metri è stato poi individuato il cadavere della donna, coperta da un sacco nero. Dalle prime analisi, non risulterebbero segni di violenza sui corpi, che sono in differenti stati di composizione e quindi le due sarebbero morte in momenti diversi.
Come personale del 118 ha raggiunto il luogo, ha tentato di rianimare la neonata: un disperato tentativo risultato inutile perché la piccola era già deceduta.
Le immagini delle telecamere di sorveglianza
Al vaglio degli inquirenti le immagini delle telecamere di sicurezza presenti nella zona, tra i quartieri di Monteverde e Aurelio. La speranza è che i dispositivi abbiano ripreso la persona o le persone che hanno deciso di sbarazzarsi della neonata e della donna.