Le malattie renali sono tra le patologie croniche più diffuse: nel mondo sono oltre 800 milioni le persone che ne sono affette, nel nostro Paese oltre quattro milioni e, tra loro, circa 100 mila hanno raggiunto un livello di gravità tale da richiedere terapie salvavita. 45 mila sono i pazienti in dialisi, 28 mila hanno avuto un trapianto di rene. Eppure, manca ancora una consapevolezza su questa condizione che può rimanere silente per anni, fino a manifestarsi già in stadio avanzato.
Sintomi e campanelli d’allarme
Sebbene i sintomi di malattia renale siano sfumati e spesso tardivi, gli esperti consigliano di fare attenzione ad alcuni campanelli d’allarme per riferirli subito al proprio medico curante. Ecco i principali segnali cui prestare attenzione: gonfiore alle gambe e alle caviglie, soprattutto la sera prima di addormentarsi; gonfiore al viso, specialmente la mattina appena svegli; recente aumento importante dei valori di pressione arteriosa o peggioramento dell’ipertensione nonostante si assumano farmaci antipertensivi; urinare di frequente urine “come acqua”, soprattutto durante la notte; alterazioni delle caratteristiche delle urine come la presenza di evidente schiuma, soprattutto se c’è gonfiore al volto o alle caviglie (segno di perdita di proteine); colore molto scuro, quasi marrone; oppure urina sempre trasparente come acqua, in assenza di cambiamenti importanti dell’assunzione di acqua (se si beve molto poco è normale che le urine siano più scure poiché più concentrate, e viceversa); urine maleodoranti.
Nel caso si avvertono uno o più sintomi, il consiglio è di parlarne col medico di famiglia.
L’importanza della diagnosi precoce
Fondamentale è la diagnosi precoce e l’individuazione dei soggetti a rischio per modificare efficacemente sia lo stile di vita sia per attuare le terapie farmacologiche necessarie a contrastare la sua insorgenza e a rallentarne la progressione della malattia.
“Negli ultimi 20 anni, la malattia renale cronica ha rappresentato una causa emergente di mortalità. Infatti, si stima che nel 2040 diventerà la quinta causa di morte al mondo – spiega la Annalisa Noce, Professore Associato di Nefrologia presso l’Università degli Studi di Roma, Tor Vergata- La malattia è maggiormente prevalente nei soggetti anziani, nelle donne, nelle minoranze etniche e nei soggetti affetti da diabete mellito e da ipertensione arteriosa. Pertanto è fondamentale mettere in atto strategie finalizzate a sensibilizzare la popolazione alla sua prevenzione e alla sua diagnosi precoce. Per porre la sua diagnosi è necessario sottoporsi a un prelievo ematico, al fine di determinare la velocità di filtrazione glomerulare, e ad un esame delle urine, per valutare la presenza di albuminuria o proteinuria”.
La Giornata mondiale
Consapevolezza è la parola chiave della Giornata Mondiale del Rene 2024 che si celebra il 14 marzo in tutto il mondo con un unico obiettivo: promuovere informazione e sensibilizzazione per preservare la salute dei reni e prevenire la malattia renale cronica.
Diverse le iniziative congiunte della Società Italiana di Nefrologia e Fondazione Italiana del Rene attivate sul territorio nazionale: screening gratuiti negli ospedali e nei centri di accoglienza, nei centri sportivi e nei luoghi pubblici; punti informativi; prevenzione nelle scuole; monumenti illuminati in varie città Italiane e un appuntamento social in diretta sulla pagina della Società Italiana di Nefrologia con “L’esperto risponde”.
Le 8 regole di prevenzione
La prevenzione della malattia renale cronica è innanzitutto basata su una maggiore attenzione agli stili di vita; in particolare, i nefrologi consigliano di seguire 8 regole d’oro per prendersi cura della salute dei propri reni:
1) tenersi in forma e attivi, anche camminando quotidianamente; 2) seguire una dieta sana privilegiando gli alimenti vegetali, evitando gli eccessi di proteine e grassi animali, riducendo al minimo l’uso del sale e di alimenti salati e il consumo di alimenti e bevande con coloranti, dolcificanti, conservanti; 3) monitorare i livelli di zucchero nel sangue; 4) controllare la pressione arteriosa; 5) assumere un adeguato apporto di liquidi (bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno); 6) non fumare; 7) evitare il più possibile l’assunzione di farmaci antinfiammatori; 8) se si hanno uno o più fattori ad alto rischio, far controllare la funzionalità renale.