Maxi furto in abitazione, tramite la truffa del finto Carabiniere, per un bottino il cui valore è stato quantificato dalla vittima in un milione di euro. E’ successo lo scorso maggio a Bologna, in zona Barca.
A cadere nella trappola è stata una donna di circa 80 anni: ha denunciato la scomparsa di sei orologi Cartier che da soli valgono circa 500.000 euro, penne da collezione e medaglie al valore. Il tutto era custodito in un caveau all’interno dell’appartamento. Accusati del furto due uomini di 40 e 31 anni, che la Polizia è riuscita ad individuare ed arrestare lo scorso lunedì. Dopo essersi resa conto del furto, la vittima ha subito fatto denuncia raccontando di essere stata avvicinata mentre rientrava a casa da due uomini, uno dei quali indossava una pettorina con la scritta “Carabinieri”.
I due le hanno raccontato di dover effettuare un controllo in casa perchè si era verificato un furto, i cui autori erano intanto stati anche arrestati. Con questa scusa i finti Carabinieri sono riusciti a farsi aprire il caveau, poi svuotato da un ladro mentre l’altro distraeva la signora. Quando i due uomini si sono allontanati frettolosamente la donna, che abita da sola, ha capito che qualcosa non andava ed ha allerato la Polizia fornendo una dettagliata descrizione dei finti militari. Da lì sono partite le ricerche, “prima di tutto grazie alle telecamere di videosorveglianza del condominio dove i due presunti rei hanno fatto ingresso”, spiega in conferenza stampa il commissario capo Alessandra Grasso della Squadra mobile. Da lì si è passati ad un’analisi “ad ampio spettro” delle telecamere presenti nella zona e poi del Targa system che, riferisce la funzionaria, ha permesso di individuare le due moto (con targhe contraffatte) a bordo delle quali cui i soggetti avevano raggiunto il civico della vittima. Seguendo gli spostamenti delle moto, dunque, gli investigatori hanno individuato un’area di sosta a Casalecchio in cui erano parcheggiati due grossi camper, appartenenti a due famiglie Sinti che vivono nelle province di Vercelli e Torino. Così la Polizia è arrivata a individuare i possibili autori del furto, tra loro cognati, poi riconosciuti dalla vittima. Seguendo i due camper in diverse regioni del nord, gli agenti hanno potuto ricostruire il modus operandi dei due: ovvero spostarsi sui camper, con a bordo le moto e le famiglie, per raggiungere le zone in cui cercare gli appartamenti da svaligiare. A volte osservando a lungo la zona e a volte sapendo già dove colpire, com’è presumibile sia successo per la donna alla Barca visto che le telecamere hanno ripreso le due moto arrivare direttamente al condominio della donna. Nel corso dei pedinamenti, i due hanno anche tentato un altro furto a Casalecchio e gli investigatori stanno ora cercando di risalire ad altri eventuali episodi. Sulla base dal materiale raccolto, il Tribunale di Bologna ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei due uomini e la Polizia li ha arrestati mentre si trovavano con i camper nella provincia di Rimini. A bordo dei mezzi sono stati trovati oggetti da scasso, abiti simili a quelli usati nel furto alla Barca (ma non la pettorina), una delle due moto, denaro in contante e preziosi sospetti. Nessuna traccia, però, del bottino del colpo di maggio. I due uomini, ora detenuti a Rimini e a Ravenna, sono accusati di furto in abitazione pluriaggravato. Entrambi hanno precedenti specifici per reati contro il patrimonio e il 40enne, in particolare, era già stato denunciato per un altra truffa del finto Carabiniere: si tratta di un episodio avvenuto in Piemonte circa un anno fa.