La più importante società di assicurazioni italiana, e una delle principali a livello europeo, le Generali, resta sotto il controllo di Mediobanca: con una netta maggioranza in assemblea, la banca d’affari ha confermato l’attuale management del gruppo assicurativo e ha sconfitto la cordata romana di Caltagirone.
Assicurazioni Generali (Ansa)
La lista presentata da Mediobanca ha raccolto il 52,38% dei consensi e ha prevalso su quella di minoranza presentata da Francesco Gaetano Caltagirone (36,8%). La proporzione rispecchia quella del Cda uscente: dieci consiglieri a tre (nessun seggio per la lista di Assogestioni, ferma al 3,67%), l’equilibrio non è cambiato e si riflette in un nuovo mandato triennale all’attuale presidente Andrea Sironi e all’amministratore delegato Philippe Donnet. La banca d’affari milanese, storicamente presente nel capitale di Generali, mantiene così un ruolo guida nella governance della compagnia triestina, nonostante la sua quota complessiva sia pari al 13,04 per cento del capitale.

Mediobanca (Ansa)
24/04/2025
“Mai stati così forti”. Con queste parole Philippe Donnet, appena riconfermato, ha aperto l’assemblea annuale degli azionisti di Generali, lasciando intendere da subito la solidità della governance in uscita e la volontà di continuità.
La lista Caltagirone ha potuto contare sullo storico alleato Delfin, a sorpresa su quell di Unicredit e Crt, oltre forse a qualche sostegno proveniente dalle Casse. Edizione della famiglia Benetton (4,83% del capitale), ha scelto di astenersi. Fondamentale l’appoggio degli investitori istituzionali, del mercato retail e dei piccoli azionisti alla lista Mediobanca.
La scelta di Unicredit, che ha votato contro la lista Mediobanca, è da leggere – scrive l’Adnkronos – in chiave politica: “Un modo – dicono – per la banca guidata da Andrea Orcel di posizionarsi strategicamente in vista di future partite su Bpm e in relazione all’uso del golden power da parte del governo”.
Non era la prima volta che Caltagirone e Milleri provavano a sovvertire gli equilibri del Leone, gli andò male anche tre anni fa quando i due grandi azionisti vennero sconfitti in quella che Caltagirone chiamò “la guerra d’indipendenza delle Generali”.
Francesco Gaetano Caltagirone in un’intervista al Sole 24 Ore di domenica 20 Aprile, aveva riassunto le sue motivazioni con un concetto preciso: ”Cerchiamo concordia” per bloccare la partnership con i francesi di Natixis nel risparmio gestito, “Sarà impossibile esercitare una effettiva selezione e il controllo sugli investimenti e sulle attese di redditività. Per non parlare dell’effettivo indirizzo politico degli investimenti e sottolineo effettivo. Le scelte di un colosso come Generali hanno anche un rilevante effetto sociale. Preferisco sorvolare inoltre sul perché a due mesi dal rinnovo si sia voluta forzare la situazione contro una parte importante del consiglio e contro il parere del presidente del collegio sindacale. Da ultimo non capisco perché il management non abbia cercato di fare progetti congiunti con partner italiani.”

Francesco Gaetano Caltagirone (Ansa)
24/04/2025
Una posizione, quella di Caltagirone, fortemente sostenuta dal governo italiano che sostiene il finanziere romano anche scalata alla stessa Mediobanca attraverso Mps di cui è divenuto il principale azionista. A sua volta, la battaglia per le Generali, si incastra nel progetto del governo di Giorgia Meloni per favorire la nascita di un terzo polo bancario nazionale, dopo Intesa e Unicredit. Il nuovo istituto sarebbe dovuto nascere dall’unione proprio del Monte dei Paschi con il BancoBpm, che però a fine novembre è diventato l’obiettivo dell’opa annunciata dall’Unicredit di Andrea Orcel. Il governo non ha gradito e ha annuncito l’attivazione del golden power contro Unicredit stessa, mettendo paletti che rendono l’opa su Bpm molto meno appetibile.

Andrea Orcel – Unicredit (Ansa)
24/04/2025