L’offerta di Monte dei Paschi di Siena (Mps) su Piazzetta Cuccia (vale a dire, Mediobanca) “è da ritenersi ostile e contraria agli interessi” dell’istituto di credito, come fa sapere la banca guidata da Alberto Nagel in una nota. “Fermo restando che Mediobanca si esprimerà sull’offerta con le tempistiche, gli strumenti e secondo le modalità previste dalla legge, sulla base dell’analisi del comunicato il consiglio di amministrazione di Mediobanca ritiene l’offerta priva di razionale industriale e finanziario, e dunque distruttiva di valore per Mediobanca”.
“La presenza degli stessi azionisti in Mps, Mediobanca e Assicurazioni Generali nell’ambito di un’offerta esclusivamente in azioni, configura una potenziale disomogeneità negli interessi rispetto al resto della compagine azionaria” scrive ancora Mediobanca dopo il cda, che rileva che “l’operazione è caratterizzata dai rilevanti intrecci azionari di Delfin e Caltagirone”.
La mossa di MPS punta a creare il terzo gruppo bancario italiano, alle spalle di Intesa Sanpaolo e Unicredit, e rappresenta una svolta nello scenario del risiko bancario nazionale, che vede Del Vecchio e Caltagirone tra gli attori principali.
Di fronte al lancio dell’offerta di Mps, Mediobanca “rimane focalizzata nell’esecuzione del piano” industriale “One Brand – One Culture”. “I risultati dell’esercizio ‘23/’24 hanno costituito un brillante avvio del piano confermandone gli obiettivi”, nonché “la visione e traiettoria”, si legge nella nota emessa al termine del Cda. Il piano, ricorda Piazzetta Cuccia, prevede “un utile per azione di 1,8 euro al 2026, un ritorno sul capitale tangibile del 15% e 3,7 miliardi di utili agli azionisti in tre anni”.
L’assetto societario di Monte dei Paschi
Il primo azionista di Monte dei Paschi risulta ancora il Ministero dell’economia, che ha una quota dell’11,7%. L’ultima cessione ha portato all’interno della compagine azionaria Delfin (Del Vecchio), che poi è salito ancora e ora ha il 9,78%. Le società del gruppo Caltagirone detengono il 5,03%. Un altro 5,03% è gestito da Banco Bpm, che ha lanciato un’opa sul quarto azionista, Anima, che sfiora il 4%. Quando l’operazione sarà conclusa, Banco Bpm avrà attorno al 9% di Mps.
Questo assetto si incrocia con l’offerta pubblica di scambio recentemente lanciata da Unicredit su Banco Bpm. Gli azionisti, come ha sottolineato una nota diffusa venerdì scorso sull’operazione, non agiscono di concerto.
L’assetto societario di Mediobanca
Anche in Mediobanca sono presenti il gruppo Delfin, primo azionista col 19,81%; e Caltagirone, dato ora al 5,5% dal comunicato dell’operazione e che nel passato era arrivato anche a sfiorare il 10%. Terzo azionista è Blackrock con il 4,23%.
Mediobanca è guidata da un gruppo di società legate da un accordo di consultazione, che vale l’11,4% dell’azionariato. Nell’accordo ci sono il gruppo Mediolanum (3,49%), la Fin.Priv (che ha al suo interno Generali, Italmobiliare, Pirelli, Stellantis, Telecom e Unipol), Monge, il Gruppo Gavio, la Finpog Italia (gruppo Doris), il gruppo Ferrero, il Gruppo Luchini, il gruppo Pecci, e con quote minori ancora Tosco-Fin, Smil, PltHolding (famiglia Tortora), Fin.Fer (Gruppo Pittini) , Vittoria Assicurazioni, Mais, Valsabbia Investimenti, Romano Minozzi. Mediobanca è tra l’altro l’azionista più importante di Generali, con il 13,10% del capitale.